Capitolo ventottesimo

Anche se Toby Bailey le aveva dato alcuni buoni spunti, Sandra continuò i suoi colloqui seguendo in ordine alfabetico la lista degli impiegati della Doowap Advertising. Finalmente venne il turno di Cathy Hobson, una di quelle che secondo Bailey avevano avuto un qualche genere di rapporto con Hans Larsen.

Sandra soppesò Cathy quando venne a sedersi davanti a lei, sul divano della saletta. Bella donna, snella, con capelli nerissimi lunghi e folti. Ottimo gusto nel vestire, gioielli autentici, scarpe costose. Sandra le sorrise. — Ms. Hobson, la ringrazio per il tempo che ha accettato di dedicarmi. Non la tratterrò a lungo. Vorrei soltanto farle alcune semplici domande sul vostro sfortunato collega Mr. Larsen.

Cathy Hobson annuì.

— Lei lo conosceva? Cioè, posso chiederle fino a che punto?

Lo sguardo di Cathy si spostò sulla parete alle spalle di Sandra. — Non molto bene.

Sarebbe stato poco saggio farle pressione di primo acchito. Sandra guardò il foglio che le era stato dato. — Mi risulta che Mr. Larsen lavorasse qui da più tempo di lei. Ecco, sarei interessata a tutto ciò che potrebbe dirmi di lui. Ad esempio, che uomo era?

Cathy spostò lo sguardo sul soffitto. — Molto… espansivo.

— Sì?

— E con… be’, un senso dell’umorismo un po’ rozzo. Sandra annuì.

— Oh, già, questo me lo hanno detto anche altri. Gli piaceva raccontare barzellette sporche. Questo a lei dava fastidio, Ms. Hobson?

— A me? — Cathy parve sorpresa, e per la prima volta guardò Sandra negli occhi. — No.

— Cos’altro può dirmi di lui?

— Era, uh, molto esperto nel suo lavoro, per quanto ne so io. Ma la sua attività e la mia, qui in ufficio, non erano quasi mai collegate in qualche modo.

— Un bravo collega. — Sandra sorrise in modo incoraggiante. — Tutto ciò che sa dirmi potrebbe essermi utile.

— Be’, era sposato. Suppongo che lei lo sappia già. Sua moglie si chiama, ah…

— Donna-Lee — disse Sandra.

— Sì, proprio così.

— Una donna simpatica, no?

— Una persona come si deve — disse Cathy. — Molto carina. Ma io l’ho incontrata soltanto un paio di volte o poco più.

— Veniva in ufficio, allora?

— No, non che io ricordi, almeno.

— E dove le è capitato di conoscerla?

— Oh, ogni tanto la banda, qui, va fuori per un drink.

Sandra consultò le note che aveva scritto sul computer tascabile durante il colloquio con Toby Bailey. — Ogni venerdì, vero? — disse. Così mi sembra di aver capito.

— Sì, è così. In rare occasioni si è fatta vedere anche sua moglie.

Sandra la guardò attentamente. — Dunque lei socializzava con Hans Larsen, Ms. Hobson.

Cathy alzò una mano. — Soltanto come parte del gruppo. A volte ci capitava di avere un po’ di biglietti per una partita di Blue Jay, anche, e allora ci andavamo. Sa… biglietti regalati alla ditta da qualche cliente. — Si portò una mano alla bocca. — Oh! Questo non è illegale, vero?

— Non a quanto mi risulta — disse Sandra, sorridendo di nuovo. — Comunque non è il mio campo. L’ultima volta che lei ha visto Hans e sua moglie insieme, le sono sembrati felici?

— Non saprei, per la verità. Suppongo di sì. Voglio dire, guardando un matrimonio dall’esterno chi può dire davvero se fra i coniugi c’è qualcosa che non va?

Sandra annuì. — Ovvio, certo, se i due sono discreti.

— Lei mi è sembrata abbastanza felice.

— Lei chi?

— Lei, insomma… la moglie di Hans.

— Sa come si chiama?

Cathy apparve confusa. — Ma, Do… Donna-Lee.

— Ah, sì. Donna-Lee.

— Me lo ha detto lei — disse Cathy, un po’ sulla difensiva.

— Già, è vero. — Sandra premette i tasti-cursore del suo computer da tasca per scorrere la lista di domande che s’era annotata quel mattino. — Ah, un’altra cosa. Alcune delle persone con cui ho parlato, qui, affermano che Hans era considerato un donnaiolo.

Cathy non disse niente.

— Questa reputazione corrispondeva al vero, Mrs. Hobson? — Per la prima volta Sandra aveva detto «Mrs.» e non «Ms.»

— Uh, be’, sì. Suppongo di sì.

— Qualcuno mi ha detto che si è portato a letto un certo numero di donne, fra le sue colleghe della Doowap Advertising. Anche lei ha sentito dire questo di lui?

Cathy si tolse dalla gonna un invisibile granello di polvere. — Mi sembra di sì.

— Però non ha pensato che fosse il caso di parlarmene.

— Non volevo… — La sua voce si spense.

— Non voleva parlar male di un morto. Naturalmente. Naturalmente. — Sandra sorrise con calore. — Mi scusi se le faccio questa domanda, ma lei non ha mai avuto una relazione con Hans?

Cathy rialzò lo sguardo.

— No di certo. Io sono una…

— Una donna sposata — disse Sandra. — Naturalmente. — Sorrise di nuovo. — La prego di scusarmi, ma dovevo chiederlo.

Cathy aprì la bocca come per ribattere ancora qualcosa, ma dopo un momento preferì ripensarci e tacque. Sandra identificò il dramma che si svolgeva dietro la faccia di lei. La signora non protesta molto per la mia indelicatezza, a quanto pare.

— Lei saprebbe dirmi con quale delle sue colleghe Hans Larsen ha avuto una relazione? — le domandò ancora.

— Non con sicurezza.

— Ma senza dubbio, se era un donnaiolo, si facevano pettegolezzi su di lui e queste colleghe.

— C’erano delle voci. Ma a me non piace ripetere i pettegolezzi altrui, ispettore, e… — Qui Cathy Hobson ritrovò un po’ di energia. — Io non credo che lei abbia l’autorità di costringermi a dire cose simili.

Sandra annuì, come se quell’osservazione fosse giusta e pertinente. Chiuse il coperchietto del computer. — La ringrazio per la sua franchezza — disse, in tono così neutro da non lasciar capire se quella frase fosse del tutto sincera oppure freddamente sarcastica. — Soltanto un’ultima domanda. Di nuovo la prego di scusarmi, ma devo chiederlo. Dove si trovava lei il giorno 14 novembre, fra le otto e le nove di mattina? Cioè all’ora in cui Hans Larsen è stato ucciso.

Cathy inclinò la testa. — Vediamo… era il giorno prima di quello in cui abbiamo saputo la notizia. Be’, ero in strada per venire al lavoro, naturalmente. In effetti, ora che ci penso, quello dev’esser stato il giorno in cui ho dato un passaggio a Carla fino in centro, dove lavora lei.

— Carla? Una sua amica?

— Carla Wishinski, una vicina di casa. Abita a un paio di isolati di distanza da dove stiamo Peter e io. Aveva l’auto dal meccanico, così le ho dato un passaggio.

— Capisco. Bene, la ringrazio molto per la sua collaborazione, Ms. Hobson. — Sandra guardò la lista di nomi. — Mentre passa dal salone, per favore, vorrebbe chiedere a Mr. Stephen Jessup se è così gentile da venire da me?

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