LXII

Metaxas se ne andò, e io feci un bagno. E poi (veramente rilassato per la prima volta da parecchie ere geologiche, mi pareva) pensai al mio futuro immediato.

Prima un sonnellino. Poi una corsa in città per far visita a Pulcheria, reinsediata al posto che le spettava nella famiglia Dücas e ignara della strana metamorfosi che aveva temporaneamente alterato il suo destino.

Avremmo fatto l’amore, e io sarei ritornato alla villa, e la mattina dopo sarei ritornato in città, e poi…

E poi smisi di sfornare altri progetti, perché Sam apparve all’improvviso e rovinò tutto.

Indossava un mantello bizantino, ma era un travestimento frettoloso perché vidi che sotto portava i suoi abiti normali del 2059. Era sconvolto, stralunato.

— Cosa diavolo ci fai, qui? — domandai.

— Un favore a te.

— Eh?

— Ho detto che sono qui per farti un favore. E non resterò a lungo, perché non voglio che la Pattuglia temporale se la prenda anche con me.

— La Pattuglia se l’è presa con me?

— Puoi scommetterci il tuo bianco deretano! — gridò lui. — Rastrella la tua roba e vattene in fretta! Devi nasconderti da qualche parte, magari tre o quattromila anni indietro. Sbrigati!

Cominciò a raccattare la mia roba sparsa per la stanza. Io l’afferrai per un braccio e dissi: — Vuoi spiegarmi cosa succede? Siediti e finiscila di comportarti come un demente. Arrivi qui a un milione di chilometri all’ora e…

— E va bene — disse Sam. — E va bene. Te lo dirò chiaro: e se arrestano anche me, pazienza. Sono contaminato dal peccato. Merito che mi arrestino. E…

— Sam…

— E va bene — ripeté. Chiuse un attimo gli occhi. — La mia base in tempo attuale — disse con voce cavernosa, — è il 25 dicembre 2059. Buon Natale. Diversi giorni fa, sul mio cronolivello, il tuo alter ego ha portato la tua comitiva di ritorno da Bisanzio. Compreso Sauerabend. Sai cos’è successo all’altro te stesso nell’istante in cui è arrivato nel 2059?

— La Pattuglia temporale l’ha arrestato?

— Peggio.

— Cosa può esserci in peggio?

— È svanito, Jud. È diventato una non-persona. Ha cessato di essere mai esistito.

Provai l’impulso di ridere. — Quel bastardo presuntuoso! Gliel’avevo detto che quello reale ero io e che lui era solo una specie di fantasma, ma non ha voluto ascoltarmi. Bene, non posso dire che mi dispiaccia.

— No, Jud — fece tristemente Sam. — Era assolutamente reale quanto te, quando era qui su per la linea. E adesso tu sei assolutamente irreale quanto lui.


— Non capisco.

— Sei una non-persona, Jud, proprio come lui. Hai cessato retroattivamente di esistere. Mi dispiace. Tu non ci sei mai stato. Ed è colpa nostra quanto tua. Ci siamo mossi così in fretta che siamo scivolati su un piccolo dettaglio.

Sam era spaventosamente triste. Ma che espressione si può avere, quando si va a dire a qualcuno che non soltanto è morto ma che non è mai neppure nato?

— Cos’è successo, Sam? Quale dettaglio?

— Ecco, Jud. Tu sai che quando abbiamo portato via il timer truccato di Sauerabend gliene abbiamo messo un altro. Metaxas ne tiene a portata di mano due o tre di contrabbando… quel furbo bastardo ha di tutto.

— E allora?

— Il numero di serie, naturalmente, era diverso da quello del timer con cui Sauerabend aveva cominciato il giro turistico. Normalmente nessuno bada a cose del genere; ma quando la comitiva è rientrata, per caso l’addetto al controllo era un pignolo e ha esaminato i numeri di serie. Ha visto che c’era stata una sostituzione, e ha chiamato la Pattuglia.

— Oh — feci io, con un filo di voce.

— Hanno interrogato Sauerabend — proseguì Sam, — e naturalmente lui era restio a rispondere, più per proteggere se stesso che te. E siccome non sapeva fornire una spiegazione del cambio, la Pattuglia si è fatta autorizzare a ricontrollare l’intero giro che lui aveva appena concluso.

— Oh-oh.

— L’hanno sorvegliato da ogni angolo. Ti hanno visto lasciare la comitiva, hanno visto Sauerabend squagliarsela nel momento in cui tu te ne andavi, hanno visto te e me e Metaxas ricatturarlo e riportarlo a quella notte del 1204.

— Così siamo nei guai tutt’e tre?

Sam scosse il capo. — Metaxas è influente. E anch’io. Ce la siamo cavata sostenendo che l’avevamo fatto per aiutare un collega nei guai. Abbiamo dovuto far ricorso a tutta la nostra influenza. Ma non abbiamo potuto far nulla per te, Jud. La Pattuglia vuole la tua testa. Ha visto che nel 1204 ti sei duplicato, e ha cominciato a rendersi conto che eri colpevole non solo di negligenza, per esserti lasciato scappare Sauerabend, ma anche di vari paradossi, causati dai tentativi illeciti di rimediare alla situazione. Le accuse contro di te erano così gravi che non siamo riusciti a farle revocare: e sì che abbiamo tentato, amico, abbiamo tentato!. Perciò la Pattuglia ha agito contro di te.

— Cos’ha fatto? — domandai, con la voce di un morto.

— Sei stato tolto dal tuo giro quella sera del 1204, due ore prima che ti smistassi nel 1105 per incontrarti con Pulcheria. Un altro Corriere ti ha sostituito nel 1204; sei stato tolto dal flusso del tempo e portato giù per la linea, per essere processato nel 2059 per vari cronoreati.

— Quindi…

— Quindi — proseguì Sam, — non sei mai sgattaiolato via nel 1105 per fare quella visita a Pulcheria. Il tuo amore con lei è diventato un non-evento; e se adesso andassi a farle visita, ti accorgeresti che non ricorderebbe di aver dormito con te. Poi: siccome tu non sei andato nel 1105, ovviamente non sei tornato nel 1204 e non hai scoperto l’assenza di Sauerabend, e comunque Sauerabend non ha mai fatto parte della tua comitiva. E perciò non c’era bisogno che tu facessi quel salto di cinquantasei secondi su per la linea che ha creato la duplicazione. Né tu né Jud B siete mai esistiti, perché l’esistenza di entrambi data da un punto successivo alla tua visita a Pulcheria: e quella visita tu non l’hai mai fatta, essendo stato estratto dal flusso del tempo prima che avessi l’occasione di farla. Tu e Jud B siete non-persone e lo siete sempre stati. Tu sei protetto dal paradosso del transito, finché resti su per la linea: Jud B ha smesso di essere protetto nel momento in cui è ritornato al tempo attuale, ed è scomparso irrecuperabilmente. Hai capito?

Rabbrividendo, dissi: — Sam, cos’è accaduto a quell’altro Jud, il… il… il vero Jud? Quello che hanno portato via, quello che hanno condotto nel 2059.

— È in carcere, in attesa del processo per i cronoreati.

— E io?

— Se la Pattuglia ti pesca, ti porterà al tempo attuale e così verrai automaticamente cancellato. Ma la Pattuglia non sa dove sei. Se resti a Bisanzio, prima o poi verrai scoperto e per te sarà la fine. Appena ho saputo tutto questo, mi sono precipitato di nuovo qui per avvertirti. Nasconditi nella preistoria. Vattene in qualche periodo anteriore alla fondazione della vecchia Bisanzio greca… prima del 700 avanti Cristo, credo. Là potrai cavartela. Noi ti porteremo libri, utensili, tutto il necessario. Ci sarà gente, magari dei nomadi… Comunque avrai compagnia. Per loro sarai come un dio.

Ti adoreranno, ti porteranno una donna al giorno. È la tua unica speranza, Jud.

— Non voglio essere un dio preistorico! Voglio poter tornare giù per la linea! E vedere Pulcheria! E…

— Impossibile — disse Sam, e le sue parole scesero come la lama di una ghigliottina. — Tu non esisti. Per te è un suicidio, tentare di scendere giù per la linea.

E se ti avvicini a Pulcheria, la Pattuglia temporale ti catturerà e ti porterà giù per la linea. Nasconderti o morire, Jud. Nasconderti o morire.

— Ma io sono reale, Sam! Io esisto!.

— Esiste solo il Jud Elliott attualmente in carcere nel 2059. Tu sei un fenomeno residuo, il prodotto di un paradosso, nient’altro. Io ti voglio bene ugualmente, figliolo, ed è per questo che ho rischiato la mia nera pelle per aiutarti: ma tu non sei reale. Credimi. Sei lo spettro di te stesso. Prendi la tua roba e vattene!

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