CAPITOLO VI

Ritornai a Hollywood e mi chiusi a chiave in ufficio con la guida telefonica di Bay City. Mi ci volle un quarto d'ora per scoprire che l'utente del numero uno-tre-cinque-sette-due a Bay City era un certo dottor Vincent Lagardie che si dichiarava neurologo e aveva abitazione e studio in Wyoming Street, una via che, secondo la mia mappa, non si trovava nel centro del quartiere piu aristocratico, ma non ne era completamente al di fuori.

Chiusi la guida di Bay City nella scrivania e scesi al bar dell'angolo per un panino imbottito e una tazza di caffe. Poi mi servii del telefono a gettone per chiamare il dottor Lagardie. Mi rispose una donna ed ebbi qualche difficolta, per comunicare col dottore in persona. Quando arrivo all'apparecchio era impaziente. Era molto occupato, mi disse, era nel bel mezzo d'una visita. Non ho mai conosciuto un medico che non lo fosse. Conosceva per caso un certo Lester B. Clausen? No. Non l'aveva mai sentito nominare.

Per quale ragione gli rivolgevo quella domanda?

– Il signor Clausen ha cercato di telefonarvi, questa mattina – spiegai.

– Ma era troppo ubriaco per parlare in maniera intelligibile.

– Ma io non conosco il signor Clausen – rispose la voce fredda del medico. Pareva che non avesse piu tanta premura, adesso.

– Tutto bene, allora – dichiarai. – Volevo solo assicurarmene. Qualcuno gli ha piantato uno scalpello da ghiaccio nel collo.

Vi fu una pausa di silenzio. La voce del dottor Lagardie era gentile, ora, quasi untuosa.

– Il fatto e stato denunziato alla polizia?

– Certo – l'assicurai. – Ma la cosa non deve preoccuparvi, a meno che non si tratti del vostro scalpello da ghiaccio, naturalmente.

Lui non raccolse l'insinuazione.

– E chi parla? – s'informo, in tono soave.

– Hicks – risposi. – George W. Hicks. Me ne sono appena andato di la. Non voglio trovarmi immischiato in certe faccende. Solo ho pensato, quando Clausen ha cercato di telefonarvi… prima che morisse, beninteso,… ho pensato che la cosa potesse interessarvi.

– Mi duole, signor Hicks – disse la voce del dottor Lagardie. – Ma io non conosco il signor Clausen. Non l'ho mai sentito nominare e non ho mai avuto niente a che fare, con lui. Eppure ho una memoria eccellente per i nomi.

– Be', e una gran bella cosa – affermai. – E ora non avrete piu occasione di fare la sua conoscenza. Pero puo darsi che qualcuno desideri sapere perche aveva tentato di telefonarvi… a meno che io mi dimentichi di passare l'informazione a chi di dovere.

Vi fu una pausa di silenzio assoluto. Poi il dottor Lagardie disse:

– Non riesco a trovare un commento da fare, a questo proposito.

– Nemmeno io – replicai. – Puo darsi che vi telefoni ancora. Ma non mi fraintendete, dottor Lagardie. Non sto cercando di ricattarvi. Sono solo un pover'uomo un po' confuso, che ha bisogno di un amico. Avevo pensato che un dottore… come un prete…

– Sono a vostra completa disposizione – dichiaro Lagardie. – Prego, consultatemi pure liberamente.

– Grazie mille, dottore – risposi con slancio. – Tante, tante, tante grazie.

E deposi il ricevitore. Se il dottor Vincent Lagardie aveva la coscienza pulita ora avrebbe telefonato alla centrale di Polizia di Bay City e avrebbe raccontato tutto. Se non avesse telefonato alla polizia voleva dire che non aveva la coscienza pulita. Il che poteva essere utile a sapersi. Come poteva non esserlo.

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