Gabrielle Ashe uscì come una furia dall'ufficio di Marjorie Tench e quasi travolse una segretaria. Davanti a sé, soltanto le immagini mortificanti di un groviglio di braccia e gambe. Visi in estasi.
Non aveva idea di come avessero potuto scattarle, ma non c'erano dubbi sul fatto che fossero vere. Forse erano state riprese dall'alto, da una telecamera nascosta nell'ufficio del senatore Sexton. "Dio mi aiuti." In una foto, Gabrielle e Sexton erano impegnati in un atto sessuale proprio sopra la scrivania del senatore, i corpi abbandonati su una quantità di documenti dall'aria ufficiale.
Marjorie Tench la raggiunse fuori dalla Sala delle mappe, con in mano la cartellina rossa. «Dalla sua reazione deduco che le ritiene autentiche.» Il consigliere del presidente aveva tutta l'aria di divertirsi un mondo. «Spero solo che servano a persuaderla che anche gli altri dati in nostro possesso sono veri. Provengono dalla stessa fonte.»
Gabrielle si sentì avvampare in tutto il corpo mentre percorreva il corridoio a lunghi passi. "Dove diavolo è l'uscita?"
La Tench, con le sue lunghe gambe, non aveva difficoltà a starle dietro. «Il senatore Sexton ha giurato al mondo intero che tra voi due non c'è assolutamente nulla di fisico. La dichiarazione rilasciata alla televisione è stata decisamente convincente.» La Tench indicò verso il suo ufficio con aria compiaciuta. «A proposito, ho anche un nastro registrato, se ha voglia di rinfrescarsi la memoria.»
Gabrielle non ne aveva bisogno. Ricordava fin troppo bene la conferenza stampa e Sexton che negava con sentita indignazione.
«Purtroppo» continuò la Tench, in tono tutt'altro che dispiaciuto «il senatore Sexton ha mentito spudoratamente agli americani guardandoli negli occhi. Il pubblico ha diritto di saperlo, e lo saprà. La sola questione da decidere, ora, è come deve scoprirlo. Noi riteniamo preferibile che sia lei a parlarne.»
Gabrielle apparve esterrefatta. «Davvero mi ritiene disposta a contribuire al linciaggio del mio candidato?»
Il viso della Tench si indurì. «Sto cercando di fare la scelta migliore, Gabrielle. Risparmierà a tutti molto imbarazzo se lei, a testa alta, confesserà la verità. Per me è sufficiente che firmi una dichiarazione in cui ammette la relazione.»
Gabrielle si fermò di colpo. «Cosa?»
«Certo. Una dichiarazione firmata darà a noi la possibilità di trattare con il senatore in modo discreto, risparmiando così al paese questa brutta storia. La mia proposta è semplice: firmi la dichiarazione e queste foto non saranno mai tirate fuori.»
«Vuole una dichiarazione?»
«Tecnicamente mi servirebbe una confessione giurata, ma poiché qui non abbiamo un notaio…»
«Lei è pazza.» Gabrielle aveva ripreso a camminare.
La Tench proseguì al suo fianco, ormai spazientita. «Gabrielle, il senatore cadrà, in un modo o nell'altro, e io le sto offrendo la possibilità di tirarsi fuori da questa storia senza vedere il suo culo nudo sui giornali del mattino! Il presidente è una persona perbene e non vuole che queste foto siano pubblicate. Se lei confesserà per iscritto, con parole sue, di avere avuto una relazione con Sexton, salveremo almeno un briciolo di dignità.»
«Non sono in vendita.»
«Be', il suo candidato lo è di sicuro. È un uomo pericoloso, e viola la legge.»
«Lui viola la legge? Siete stati voi a penetrare di nascosto nel suo ufficio e a riprendere immagini illecite! Mai sentito parlare di Watergate?»
«Noi non abbiamo niente a che fare con queste foto disgustose, che ci sono arrivate dalla stessa fonte che ci ha informato sui finanziamenti illeciti della SFF. Evidentemente, qualcuno vi marca stretto.»
Gabrielle arrivò al banco della sicurezza dove aveva ricevuto il pass. Se lo strappò dal collo e lo sbatté davanti all'agente sbalordito.
La Tench la stava ancora tallonando. «Deve decidere in fretta, signora Ashe» la incalzò in prossimità dell'uscita. «Mi porti una dichiarazione firmata in cui ammette di essere andata a letto con il senatore, o stasera alle venti il presidente sarà costretto a mettere tutto in piazza: finanziamenti illeciti, fotografie di voi due. Mi creda, quando i telespettatori vedranno che lei non ha fiatato, lasciando che Sexton mentisse sui vostri rapporti, sarà trascinata nel fango insieme a lui.»
Gabrielle si diresse alla porta.
«Sulla mia scrivania entro stasera alle venti, Gabrielle. Agisca con intelligenza.» Le lanciò la cartella con le fotografie. «Le tenga, cara. Abbiamo un sacco di copie.»