Il Franklin Delano Roosevelt Memorial è uno dei più grandi monumenti della nazione. Con un parco, cascate, statue, nicchie e fontane, è diviso in quattro gallerie a cielo aperto, una per ciascun mandato del presidente.
A un chilometro e mezzo da lì, un Kiowa Warrior solitario si avvicinava, alto nel cielo, a luci attenuate. In una città che vantava un numero straordinario di VIP e di emittenti televisive, gli elicotteri erano comuni come gli uccelli migratori. Delta-Uno sapeva che a condizione di tenersi al di fuori di quella che era nota come 'la cupola" — una bolla di spazio aereo protetto intorno alla Casa Bianca — non avrebbe richiamato grande attenzione. E poi, sarebbe stata un'operazione rapida.
Il Kiowa si trovava a una quota di seicento metri quando rallentò accanto al buio Roosevelt Memorial, senza sorvolarlo. Delta-Uno si fermò in aria e controllò la posizione. Guardò a sinistra, dove Delta-Due era ai comandi del sistema telescopico di visione notturna. Sul monitor, l'immagine verdastra del viale d'ingresso al monumento. La zona era deserta.
Non restava che attendere.
L'omicidio avrebbe destato scalpore? Certe persone non si potevano proprio eliminare in modo discreto. A prescindere dal metodo, ci sarebbero state ripercussioni, indagini, interrogatori. In questi casi, la migliore copertura era fare molta scena. Esplosioni, fuoco e fumo conferivano all'operazione la firma di una dichiarazione e il primo pensiero sarebbe andato al terrorismo straniero. Tanto più quando il bersaglio era un personaggio di primo piano come in quel caso.
Delta-Uno osservò nel visore il monumento circondato dagli alberi sotto di sé. Il parcheggio e il viale d'accesso erano deserti. "Manca poco" si disse. Quell'incontro riservato avveniva in una zona urbana, peraltro sgombra a quell'ora. Delta-Uno distolse gli occhi dallo schermo per osservare i comandi delle armi.
Per quella notte era stato scelto il sistema Hellfire: un missile laser-guidato anticarro "lancia-e-dimentica" che poteva dirigersi su un punto segnalato da osservatori a terra, da altri aerei o dallo stesso veicolo di lancio. Quella sera, il missile sarebbe partito autonomamente grazie al sistema di puntamento montato sull'albero del rotore. Il designatore del Kiowa avrebbe "marcato" l'obiettivo con il raggio laser, quindi il missile Hellfire si sarebbe autodiretto sul bersaglio. Poiché l'HelIfire poteva essere lanciato sia dall'aria sia da terra, il suo impiego quella sera non implicava necessariamente il coinvolgimento di un mezzo aereo. Inoltre, l'Hellfire era un'arma molto diffusa sul mercato nero, per cui sarebbe stato facile attribuire all'azione una matrice terrorista.
«Auto» annunciò Delta-Due.
Delta-Uno osservò lo schermo radar. Una lussuosa berlina nera e anonima stava imboccando il viale d'accesso in perfetto orario. La tipica macchina degli alti funzionari dei grandi enti governativi. Il guidatore abbassò i fari nel dirigersi verso il monumento, poi vi girò intorno alcune volte prima di parcheggiare vicino a un boschetto. Delta-Uno controllò lo schermo mentre il compagno puntava il telescopio notturno sul finestrino del guidatore. Dopo un momento, mise a fuoco il viso della persona.
Delta-Uno prese un corto respiro.
«Obiettivo confermato» disse il compagno.
Delta-Uno guardò il mirino notturno, con la sua mortale ragnatela di righe, e si sentì come un cecchino che tenga sotto tiro un personaggio di sangue reale. "Obiettivo confermato."
Delta-Due si voltò verso il vano sinistro per attivare il designatore laser. Lo puntò e, seicento metri più in basso, un punto luminoso apparve sul tettuccio della macchina, invisibile per l'occupante. «Obiettivo marcato» annunciò.
Delta-Uno prese un profondo respiro, poi fece fuoco.
Un acuto sibilo sotto la fusoliera fu seguito da una scia stranamente poco luminosa diretta verso terra. Un secondo più tardi, l'auto parcheggiata esplose in un accecante bagliore di fiamme. Pezzi contorti di metallo volarono ovunque; pneumatici incendiati rotolarono verso il bosco.
«Obiettivo eliminato» disse Delta-Uno, dando motore per allontanarsi dalla zona. «Chiama il capo.»
A neanche tre chilometri di distanza, il presidente Zach Herney stava preparandosi per andare a letto. I vetri antiproiettile Lexan della "residenza" erano spessi tre centimetri. Herney non udì l'esplosione.