Stavo per rispondere quando Rachel posò una mano sulla mia. «Questa è una trattativa» mi disse. «Paura e intimidazione fanno parte di queste operazioni e quindi devi mostrarti forte. Se hanno intenzione di ridarti la bambina ti verranno incontro.» Deglutii e risposi al telefono. «Vogliamo riprovarci?»
La voce aveva sempre quell’intonazione metallica. Sentii il sangue pulsarmi nelle vene. «No» risposi, a occhi chiusi.
«Come sarebbe?»
«Voglio una prova che Tara sia viva.»
«Hai ricevuto il campione dei capelli, no?»
«Sì.»
«E allora?»
Guardai Rachel, che annuì. «Il risultato non è definitivo.»
«Bene» disse la voce. «Allora potrei anche riattaccare.»
«No, aspetta.»
«Sì?»
«L’altra volta siete scappati in macchina.»
«Esatto.»
«Chi mi dice che non lo rifarete?»
«Questa volta hai avvertito la polizia?»
«No.»
«Allora non preoccuparti. Ascolta quello che devi fare.»
«No, hai capito male.»
«Che cosa?»
Stavo cominciando a tremare. «Questa volta facciamo uno scambio. Non vedrete i soldi finché non riavrò mia figlia.»
«Non sei nella posizione di dettare le condizioni.»
«Mi date mia figlia» dissi, e le parole uscirono lentamente, come pesi morti «e vi prendete i soldi.»
«No, sei tu che hai capito male.»
«Invece sì.» Cercai di dare alla mia voce un tono imperioso. «La cosa finisce qui e adesso, non voglio che ve ne andiate via come l’altra volta per poi tornare a chiedere ancora soldi. Quindi facciamo lo scambio e chiudiamo la faccenda.»
«Dottor Seidman?»
«Sono qui.»
«Ascoltami attentamente.»
Il lungo silenzio mi stava torturando i nervi.
«Se ora riattacco richiamerò solo fra diciotto mesi.»
Chiusi gli occhi e attesi.
«Rifletti un attimo sulle conseguenze. Non vuoi sapere dov’è stata la tua bambina? E che cosa sarà di lei? Se ora riattacco non lo saprai per altri diciotto mesi.»
Mi sentivo come se mi avessero stretto attorno al petto una cintura d’acciaio. Non riuscivo a respirare. Guardai Rachel, che con gli occhi mi impose di non cedere.
«Quanti anni avrebbe a quel punto la bambina, dottor Seidman? Se non l’ammazziamo, voglio dire.»
«Per favore.»
«Sei pronto ad ascoltare?»
Chiusi gli occhi serrando le palpebre. «Sto solo chiedendo delle garanzie.»
«Ti abbiamo mandato il campione di capelli.»
«Io porto i soldi, voi portate mia figlia. I soldi li avrete quando la vedrò.»
«Stai cercando di dettare le condizioni, dottor Seidman?»
La voce metallica aveva ora una cadenza buffa.
«Non mi interessa chi siete, non m’interessa perché avete fatto una cosa del genere. Voglio solo che mi ridiate mia figlia.»
«Allora consegnerai i soldi esattamente come ti dirò.»
«No. Non senza garanzie.»
«Dottor Seidman?»
«Sì?»
«Addio.»
E il telefono tacque.