Secondo l'esperienza di Crawford, la collera imbruttiva le donne. La rabbia gli faceva rizzare i capelli dietro la testa, gli rovinava il colorito... e si dimenticavano di chiudere le lampo. Ogni caratteristica sgradevole risultava accentuata. Clarice Starling sembrava quella di sempre quando aprì la porta della stanza del motel; ma comunque era furiosa.
Crawford comprese che adesso avrebbe potuto imparare un'importante, nuova verità sul suo conto.
La fragranza del sapone e uno sbuffo d'aria carica di vapore lo investì mentre lei stava sulla soglia. Le coperte del letto erano tirate sopra il cuscino.
«Cosa ne dice, Starling?»
«Io dico "maledizione", signor Crawford. E lei che cosa dice?»
Crawford fece un cenno con la testa. «Il drugstore all'angolo è già aperto. Andiamo a bere un caffè.»
Era una mattina mite, per febbraio. Il sole, ancora basso all'orizzonte, brillava rosso sulla facciata del manicomio quando gli passarono davanti. Jeff li seguiva lentamente con il furgone mentre le radio crepitavano. A un certo punto passò un telefono a Crawford attraverso un finestrino, per una breve conversazione.
«Posso denunciare Chilton per aver ostacolato il corso della giustizia?»
Clarice Starling lo precedeva di qualche passo. Crawford la vide contrarre i muscoli della mascella, dopo che gli aveva rivolto quella domanda.
«No, non reggerebbe.»
«E se lui la uccidesse, se Catherine morisse per causa sua? Voglio sbatterglielo in faccia... Lasci che continui a occuparmi del caso, signor Crawford. Non mi rimandi a scuola.»
«Due cose. Se la terrò, non sarà perché si rifaccia su Chilton: questo verrà poi. In secondo luogo, se la terrò con me ancora per molto, la bocceranno. Le costerà diversi mesi. L'Accademia non chiude un occhio per nessuno. Posso garantirle che la riprenderanno, ma è tutto... Ci sarà un posto per lei, questo glielo assicuro.»
Clarice inclinò la testa all'indietro e la riabbassò continuando a camminare. «Forse non è buona educazione fare questa domanda a un superiore ma... è nei guai? La senatrice Martin può fare qualcosa per lei?»
«Starling, fra due anni dovrò andare in pensione. Anche se trovassi Jimmy Hoffa e l'assassino del Tylenol dovrò appendere comunque il cappello al chiodo. Non è questo che mi preoccupa.»
Crawford, che diffidava sempre del desiderio, sapeva che desiderava intensamente d'essere saggio. Sapeva che un uomo di mezza età può aspirare così disperatamente alla saggezza da tentare di fabbricarne un po' in proprio, e questo può essere un pericolo mortale per un giovane che gli crede. Quindi parlava con cautela e parlava solo delle cose che conosceva.
Ciò che disse a Clarice Starling su quella strada di Baltimora, l'aveva imparato in un succedersi di albe gelide in Corea, in una guerra combattuta prima che lei nascesse. Non parlò della Corea, perché non ne aveva bisogno per assumere autorità.
«È il momento più difficile, Starling. Se ne serva, e la temprerà. È la prova più dura... non permetta che la rabbia e la frustrazione le impediscano di pensare. È importante per scoprire se è in grado di comandare o no. Lo spreco e la stupidità danno i risultati peggiori. Chilton è uno stramaledetto stupido, e può darsi che questo costi la vita a Catherine Martin. O forse no. Noi siamo la sua possibilità di salvezza. Starling, che temperatura ha l'azoto liquido in laboratorio?»
«Che cosa? Ah, l'azoto liquido... più o meno, meno duecento gradi centigradi. Bolle a una temperatura leggermente superiore.»
«L'ha usato qualche volta per congelare qualcosa?»
«Certamente.»
«Voglio che congeli qualcosa anche ora. Congeli la storia con Chilton. Conservi le informazioni avute da Lecter e congeli i sentimenti. Voglio che tenga gli occhi fissi sulla meta, Starling. È la sola cosa che conta. Ha lavorato per ottenere certe informazioni, le ha pagate, le ha avute, e adesso le useremo. Valgono esattamente quanto valevano, poco o tanto, prima che Chilton s'intromettesse. Con ogni probabilità, non sapremo altro da Lecter. Prenda ciò che ha saputo su Buffalo Bill da Lecter e lo conservi. Il resto lo congeli. Lo spreco, la perdita, la sua collera, Chilton. Lo congeli. Quando avremo tempo, prenderemo a calci Chilton. Per ora lo congeli e lo metta in disparte. Così potrà vedere la sua meta, Starling. La vita di Catherine Martin. E la pelle di Buffalo Bill inchiodata alla porta del granaio. Tenga gli occhi fissi sul risultato. Se è capace di farlo, ho bisogno di lei.»
«Per lavorare sui dati medici?»
Erano arrivati davanti al drugstore.
«No, a meno che i medici non facciano dell'ostruzionismo e noi siamo costretti a prendere la documentazione. La voglio a Memphis. Dobbiamo augurarci che Lecter dica qualcosa di utile alla senatrice Martin. Ma voglio che lei sia a portata di mano per ogni eventualità... se Lecter si stancasse di giocare con la senatrice, forse parlerà con lei. Nel frattempo voglio che cerchi di scoprire in che modo Bill potrebbe aver individuato Catherine. Non è molto più vecchia di quella ragazza e i suoi amici potrebbero dirle certe cose che non confiderebbero a un tale con l'aria del poliziotto.
«E poi abbiamo ancora in corso altre cose. L'Interpol sta lavorando per identificare Klaus. Se lo identificheremo, potremo dare un'occhiata a quelli che erano i suoi amici in Europa e in California, dove ha avuto il romanzetto con Benjamin Raspail. Io andrò all'Università del Minnesota... lassù siamo partiti con il piede sbagliato. E stanotte sarò a Washington. Ora andrò a prendere il caffè. Chiami Jeff e il furgone. Dovrà essere sull'aereo tra quaranta minuti.»
Il sole rosso era arrivato a tre quarti dei pali del telefono. I marciapiedi erano ancora violetti. Clarice alzò la mano nella luce quando chiamò Jeff.
Si sentiva più leggera, rinfrancata. Crawford era davvero formidabile. Sapeva che la domanda sull'azoto era un'allusione ai suoi studi di medicina legale, e aveva lo scopo di farle piacere e di fare scattare la radicata abitudine al pensiero disciplinato. Si chiese se gli uomini consideravano sottile quel genere di manipolazione. È strano come certe cose facciano effetto su di te anche quando ne sei consapevole. È strano che il dono della leadership sia a volte così grossolano.
Dall'altra parte della strada qualcuno scendeva i gradini del manicomio criminale di Baltimora. Era Barney, e sembrava ancora più massiccio e imponente nella giacca da boscaiolo. Reggeva in mano il cestello del pranzo.
Clarice Starling mormorò «Cinque minuti» a Jeff che aspettava a bordo del furgone. Raggiunse Barney mentre apriva la portiera della vecchia Stu-debaker.
«Barney.»
L'uomo si voltò verso di lei, con la faccia inespressiva. Forse gli occhi erano un po' più sgranati del solito. Si bilanciava su entrambi i piedi.
«Il dottor Chilton le ha detto che andrà tutto bene?»
«Che altro doveva dirmi?»
«Gli ha creduto?»
Barney si limitò ad abbassare un angolo della bocca. Non rispose né sì né no.
«Voglio che mi faccia un favore. Voglio che me lo faccia subito e senza farmi domande. Glielo chiedo gentilmente... per incominciare. Cos'è rimasto nella cella di Lecter?»
«Un paio di libri... Le gioie della cucina, riviste mediche. Hanno portato via i documenti del tribunale.»
«La roba appesa alle pareti, i disegni?»
«Ci sono ancora.»
«Voglio tutto quanto, e al più presto.»
Barney la scrutò per un secondo. «Mi aspetti» disse, e risalì i gradini, a passi svelti e leggeri per un uomo della sua corporatura.
Crawford stava aspettando Clarice a bordo del furgone quando Barney apparve con i disegni arrotolati, e le carte e i libri dentro a un sacchetto per la spesa.
«Lei è sicura che io sapessi della presenza di una microspia nel banco che le ho portato, vero?» chiese Barney mentre le consegnava tutto quanto.
«Devo pensarci sopra. Ecco una penna. Scriva il suo numero di telefono sul sacchetto. Barney, crede che loro ce la facciano a tenere a bada il dottor Lecter?»
«Ho i miei dubbi, e l'ho anche detto al dottor Chilton. Si ricordi che glie-l'ho riferito, caso mai lui lo dimenticasse. Lei è una brava persona, agente Starling. Senta, quando avrà preso Buffalo Bill...»
«Sì?»
«Non lo porti da me solo perché mi è rimasto un posto vuoto, d'accordo?» Barney sorrise. Aveva denti piccoli, da bambino.
Clarice sorrise, nonostante tutto. Agitò la mano in un gesto di saluto e corse verso il furgone.
Crawford fu soddisfatto.