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Un cameriere sospingeva un carrello sulla soffice moquette del corridoio del Marcus Hotel.

Si fermò davanti alla suite 91 e bussò delicatamente alla porta con la mano inguantata. Inclinò la testa e bussò di nuovo per farsi sentire nonostante la musica che proveniva dall'interno... Bach, Invenzioni, Parte Seconda e Terza, con Glenn Gould al pianoforte.

«Avanti.»

Il signore con la benda sul naso indossava una vestaglia e stava scrivendo.

«Lo metta accanto alla finestra. Posso vedere il vino?»

Il cameriere portò la bottiglia. Il signore l'accostò alla luce della lampada della scrivania, e poi se l'appoggiò alla guancia.

«L'apra pure, ma non lo lasci in ghiaccio» disse, e annotò una mancia generosa in fondo al conto. «Non lo berrò subito.»

Non voleva che il cameriere gli porgesse il vino da assaggiare... L'odore del cinturino dell'orologio di quell'uomo era insopportabile.

Il dottor Lecter era di ottimo umore. La settimana era trascorsa bene. Il suo aspetto stava cambiando come voleva lui, e non appena fossero sparite certe macchioline, avrebbe potuto togliersi le bende e farsi fare le fotografie per il passaporto.

Era un lavoro che faceva da sé... piccole iniezioni di silicone nel naso. Il gel al silicone si poteva acquistare senza ricetta medica, ma questa era necessaria per le siringhe e la novocaina. Aveva aggirato la difficoltà rubando una ricetta sul banco di una farmacia molto affollata nei pressi dell'ospedale. Aveva cancellato con la scolorina gli scarabocchi del medico e aveva fotocopiato il modulo in bianco. La prima ricetta che aveva compilato era una copia di quella rubata, e l'aveva riportata nella farmacia, così nessuno si sarebbe accorto di nulla.

L'effetto del silicone sui suoi lineamenti regolari non era gradevole, e sapeva che la sostanza avrebbe finito per spostarsi se non fosse stato attento: ma poteva andare bene così fino a quando fosse arrivato a Rio.

Quando aveva incominciato a dedicarsi seriamente ai suoi passatempi, molto tempo prima del primo arresto, il dottor Lecter si era premunito per

il giorno in cui avrebbe potuto essere costretto a fuggire. Nascosti nel muro di un cottage di vacanza sulle rive del fiume Susquehanna c'erano il denaro e i documenti di un'altra identità, inclusi un passaporto e il trucco che aveva usato per le foto del passaporto stesso. Il documento era scaduto, ma sarebbe stato rinnovato molto in fretta.

Poiché il dottor Lecter preferiva passare la dogana con il vistoso cartellino d'una comitiva turistica sul petto si era già iscritto a un tour dalla denominazione orrenda, South American Splendor, che l'avrebbe portato fino a Rio.

Si rammentò che doveva compilare un assegno a nome del defunto Lloyd Wyman per saldare il conto dell'albergo, e assicurarsi in questo modo altri cinque giorni di vantaggio mentre l'assegno viaggiava da banca a banca. La carta di credito era un sistema di pagamento troppo rapido.

Quella sera si stava mettendo in pari con la corrispondenza, che avrebbe dovuto spedire tramite un servizio d'inoltro con sede a Londra.

Per prima cosa mandò a Barney una mancia generosa e un biglietto di ringraziamento per la cortesia con cui l'aveva trattato in manicomio.

Poi preparò una lettera per il dottor Frederick Chilton, che adesso godeva della protezione federale, e gli scrisse che in un prossimo futuro sarebbe andato a fargli visita. E dopo quella visita, aggiunse, sarebbe stato opportuno che all'ospedale tatuassero sulla fronte di Chilton le istruzioni sui pasti da somministrargli, per risparmiarsi troppe carte inutili.

Finalmente si versò un bicchiere dell'ottimo Batard-Montrachet e scrisse a Clarice Starling.

Dunque, Clarice, gli agnelli hanno smesso di gridare?

Mi deve un'informazione, lo sa, e ci terrei molto ad averla.

Andrà bene un annuncio sull'edizione nazionale del "Times" e sul-l'"International Herald-Tribune" il primo giorno di qualunque mese. Sarà meglio che lo metta anche sul "China Mail".

Non mi sorprenderei se la risposta fosse sì e no. Gli agnelli taceranno, per ora. Ma, Clarice, lei si giudica con tutta la misericordia della bilancia della segreta di Threave; e quel silenzio benedetto dovrà riguadagnarlo molte volte. Perché è la situazione angosciosa che la ossessiona, è vederla, e quella situazione non finirà mai e poi mai.

Non ho nessuna intenzione di farle visita, Clarice, perché la sua presenza rende il mondo più interessante. Le raccomando di voler ricambiare questa cortesia.

Il dottor Lecter si toccò le labbra con la penna. Guardò il cielo notturno e sorrise.

Ho le finestre.

In questo momento Orione è sopra l'orizzonte, e vicino c'è Giove, più fulgido di quanto sarà fino all'anno 2000. (Non intendo dirle l'ora e l'altezza di Giove nel cielo.) Comunque, immagino che possa vederlo anche lei. Alcune delle nostre stelle sono le stesse.

Clarice.

Hannibal Lecter

Molto più a est, sulla riva della baia di Chesapeake, Orione è alto nel cielo notturno sopra una grande, vecchia casa, sopra una stanza dove il fuoco è stato coperto per la notte e la sua luce palpita dolcemente mentre il vento soffia sui comignoli. Sul grande letto ci sono molte trapunte, e sopra e sotto le trapunte vi sono alcuni grossi cani. Un'altra figura sotto le coperte potrebbe essere Noble Pilcher, tuttavia è impossibile accertarlo nella luce fioca. Ma il viso sul cuscino, roseo nella luce del fuoco, è certamente quello di Clarice Starling, che dorme profondamente e serenamente nel silenzio degli agnelli.

FINE

Nella lettera di condoglianze a Jack Crawford, il dottor Lecter cita un passo di La febbre senza degnarsi di precisare che è di John Donne.

La memoria di Clarice Starling modifica le frasi di Mercoledì delle Ceneri di T. S. Eliot nel modo che le pare più conveniente. T.H.

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