La casa di Fredrica Bimmel era a tre piani e tetra, coperta da piastrelle color asfalto macchiate di ruggine dall'acqua traboccata dalle grondaie. I ciuffi di erba spuntati dentro le grondaie avevano resistito piuttosto bene all'inverno. Le finestre del lato nord erano protette da fogli di plastica.
In un salottino surriscaldato, una donna di mezza età era seduta su un tappeto e giocava con un bambino piccolo.
«Mia moglie» disse Bimmel mentre attraversavano la stanza. «Ci siamo sposati a Natale.»
«Salve» disse Clarice Starling. La donna le rivolse un sorriso vago.
Nel corridoio era di nuovo freddo. Dovunque c'erano scatoloni accatastati che riempivano le stanze, pieni di paralumi e di coperchi per barattoli, cesti da picnic, vecchi numeri del "Reader's Digest" e del "National Geo-graphic", vecchie racchette da tennis, lenzuoli, una cassa di bersagli per freccette, foderine per sedili d'auto scozzesi stile anni Cinquanta, con un odore intenso d'urina di topo.
«Stiamo per traslocare» disse il signor Bimmel.
La roba accanto alle finestre era sbiadita dal sole, gli scatoloni erano
ammonticchiati da anni e sformati dal tempo, i tappeti erano logori.
Il sole chiazzava la ringhiera mentre Clarice Starling saliva la scala dietro al padre di Fredrica. Nell'aria fredda, gli indumenti dell'uomo emanavano un odore un po' rancido. Clarice vedeva la luce che filtrava dal soffitto malconcio in cima alla scala. Gli scatoloni ammucchiati sul pianerottolo erano coperti da fogli di plastica.
La stanza di Fredrica era piccola, sotto il tetto, al secondo piano.
«Ha ancora bisogno di me?»
«Vorrei parlarle più tardi, signor Bimmel. E la madre di Fredrica?» Il dossier diceva che era morta, ma non precisava quando.
«Come sarebbe a dire? È morta quando Fredrica aveva dodici anni.»
«Capisco.»
«Pensava che fosse la madre di Fredrica, quella giù nel salotto? Dopo che le ho detto che ci siamo sposati lo scorso Natale? È questo che ha pensato? Immagino che i tutori dell'ordine siano abituati a trattare con gente di altro genere, signorina. Mia moglie non ha mai conosciuto Fredrica.»
«Signor Bimmel, la stanza è più o meno come Fredrica l'ha lasciata?»
La collera abbandonò l'uomo.
«Sì» disse sottovoce. «L'abbiamo lasciata com'era. Nessuno avrebbe potuto indossare la sua roba. Attacchi la stufetta elettrica, se vuole. Basta che si ricordi di staccarla prima di scendere.»
Non voleva vedere la stanza. La lasciò sul pianerottolo.
Clarice rimase per un attimo con la mano posata sul freddo pomolo di porcellana. Aveva bisogno di raccogliere i pensieri un momento, prima di riempirsi la mente della presenza di Fredrica.
Dunque, la premessa è che Buffalo Bill abbia ucciso Fredrica per prima, le abbia legato un peso e l'abbia nascosta bene, gettandola in un fiume molto lontano da casa. L'ha nascosta meglio della altre (era l'unica con un peso) perché voleva che le altre venissero trovate prima. Voleva che si rafforzasse l'idea di una scelta casuale delle vittime in città molto lontane fra loro, prima che venisse ritrovata Fredrica Bimmel di Belvedere. Per lui era importante distogliere da Belvedere l'attenzione delle autorità. Perché abita qui, o forse a Columbus.
Ha incominciato con Fredrica perché desiderava la sua pelle. Noi non incominciamo desiderando cose immaginarie. Il desiderio è un peccato molto prosaico... incominciamo a desiderare cose tangibili, ciò che vediamo ogni giorno. Lui vedeva Fredrica nella sua vita quotidiana. Nella vita quotidiana di Fredrica.
Qual era la vita quotidiana di Fredrica? Bene...
Clarice aprì la porta. La stanza silenziosa e fredda aveva odore di muffa. Il calendario dell'anno precedente, appeso alla parete, era fermo per sempre ad aprile. Fredrica era morta da dieci mesi.
In un piatto nell'angolo c'era un avanzo di cibo per gatti, disseccato e nero.
Clarice Starling, veterana dell'arte di arredare con oggetti da rigattiere, si fermò al centro della stanza e si guardò intorno lentamente. Fredrica aveva fatto un buon lavoro, con ciò che aveva avuto a disposizione. Le tende erano di cinz a fiorami. A giudicare dagli orli con il bordino, le aveva ricavate utilizzando le fodere di un divano.
C'era una specie di lavagna promemoria e su di essa era appuntata una sciarpa con la scritta scintillante BHS BAND. A una parete erano affissi un poster di Madonna e un altro di Deborah Harry e Blondie. Sul ripiano sopra la scrivania, c'era ancora un rotolo della vivace carta da parati autoadesiva, che Fredrica aveva usato per rivestire la stanza. Come lavoro di tappezzeria non era gran che: ma era sempre meglio del suo primo tentativo, pensò Clarice.
In una casa normale, la stanza di Fredrica sarebbe apparsa allegra: in quella casa squallida, invece, strideva. Aveva come un'eco di disperazione.
Nella stanza non c'erano foto di Fredrica.
Clarice Starling ne trovò una nel diario scolastico, sullo scaffale. Glee Club, Home-Ec Club, Sew n'Sew, Band, 4-H Club... forse i piccioni le erano serviti per il progetto 4-H.
Nel diario diverse firme-ricordo. "A una grande amica", "a una ragazza simpaticissima" "alla mia compagna negli esperimenti di chimica" e "Ricordi la vendita dei dolci fatti in casa?!!"
Fredrica aveva portato li i suoi amici? Aveva un amico abbastanza intimo per portarlo su per quella scala, sotto l'acqua che sgocciolava? C'era un ombrello accanto alla porta.
Guarda questa foto di Fredrica. È in prima fila nel complesso musicale della scuola. È massiccia e grassa, ma la sua uniforme è più attillata delle altre. È alta e ha una bella carnagione. I lineamenti irregolari compongono una faccia simpatica; ma non è attraente secondo i criteri convenzionali.
Neppure Kimberly Emberg era quella che si poteva dire una ragazza piacente, almeno agli occhi degli studentelli delle medie superiori; e non lo erano neppure due delle altre.
Catherine Martin, invece, sarebbe sembrata attraente a chiunque: una bella ragazza alta e imponente che avrebbe avuto il suo da fare per non ingrassare quando fosse arrivata ai trent'anni.
Ricorda, lui non vede le donne come le vedono gli uomini. Non conta che siano piacenti nel senso convenzionale del termine. Devono avere la pelle liscia ed essere abbondanti.
Clarice si chiese se lui pensava alle donne come "pelli", allo stesso modo in cui certi idioti le chiamano "fiche".
Si accorse che stava seguendo con le dita la didascalia sotto la foto del diario e acquisì la consapevolezza del suo corpo, dello spazio che occupava, della sua figura e del suo viso, del loro effetto e del loro potere, il seno al di sopra del libro, il ventre piatto contro il volume, le gambe al di sotto. Quale parte della sua esperienza poteva applicare a quel caso?
Si vide nel grande specchio in fondo alla stanza e si compiacque di essere diversa da Fredrica. Ma sapeva che la differenza era solo un fatto di cervello. Che cosa poteva impedirle di vedere, di vedere veramente?
Come voleva apparire, Fredrica? Che cosa desiderava, e dove lo cercava? Che cosa cercava di fare per se stessa?
C'erano un paio di programmi di dieta: la dieta dei succhi di frutta, la dieta del riso, e un programma pazzesco, che imponeva di non mangiare e di non bere mai contemporaneamente.
Gruppi organizzati per seguire qualche dieta... Buffalo Bill li teneva d'occhio per trovare ragazze grandi e grosse? Era difficile controllare. Clarice aveva letto nel dossier che due delle vittime avevano fatto parte di gruppi del genere, e che era stato effettuato un confronto degli elenchi degli iscritti. Un agente dell'ufficio dell'FBI di Kansas City, il tradizionale "Bureau dei Grassoni", e alcuni poliziotti sopra peso erano stati mandati a fare esercizi dimagranti da Slenderella e al Diet Center, a iscriversi ai Weight Watchers e ad altre organizzazioni, nelle città delle vittime. Clarice non sapeva se Catherine Martin era iscritta a un gruppo del genere. In quanto a Fredrica, la mancanza di denaro le avrebbe impedito di iscriversi.
Nella stanza di Fredrica c'erano diversi numeri di "Big Beautiful Girl", una rivista per donne grasse. La rivista le suggeriva di andare "a New York City, dove potrai conoscere nuovi arrivati da quelle parti del mondo dove la tua taglia è considerata un pregio". Giusto. Alternativamente: "potresti fare un viaggio in Italia o in Germania, e dopo il primo giorno non resterai più sola". C'era da scommetterci. È appunto quello che devi fare se le dita dei piedi scoppiano nelle scarpe. Gesù! A Fredrica era toccato incontrare Buffalo Bill, che effettivamente considerava "un pregio" la sua taglia.
Come si arrangiava, Fredrica? Aveva qualche cosmetico per il trucco e molti preparati per la pelle. Brava, fai valere quello che è il tuo pregio. Clarice si sorprese a schierarsi dalla parte di Fredrica come se la cosa potesse avere qualche importanza.
In una scatola per sigari White Owl c'erano alcuni gioielli di poco conto. C'era una spilla d'oro a cerchietto che con ogni probabilità era appartenuta alla madre. Fredrica aveva fatto tagliare le dita a un paio di vecchi guanti di pizzo, per imitare Madonna, ma si erano tutti sfrangiati.
Aveva un giradischi Decca degli anni Cinquanta, con un temperino legato al braccio della testina per mezzo dì elastici, in modo da appesantirlo. Dischi di seconda mano. Temi d'amore di Zamfir, maestro del flauto di Pan.
Quando accese la luce dell'armadio a muro, Clarice rimase sorpresa nel vedere il guardaroba di Fredrica. Aveva tutti abiti piuttosto belli, non molto numerosi, ma abbastanza per la scuola, per lavorare in un ufficio e persino in una boutique elegante. Li guardò all'interno e comprese. Fredrica li aveva confezionati lei stessa, e l'aveva fatto molto bene: le cuciture erano ben fissate, le fodere tagliate e applicate con cura. Su un ripiano c'erano mucchi di cartamodelli. Quasi tutti erano di "Simplicity", ma ce n'erano un paio di "Vogue" che avevano tutta l'aria di essere difficili da realizzare.
Con ogni probabilità aveva indossato l'abito più bello, quando era andata a presentarsi per il posto di lavoro. Quale? Clarice sfogliò il dossier. Ecco: era stata vista l'ultima volta con un abito verde. Andiamo, agente, cosa diavolo è di preciso un "abito verde"?
Fredrica aveva risentito degli svantaggi di un guardaroba limitato per motivi economici: non aveva molte paia di scarpe, e con il suo peso le aveva sciupate in fretta. I mocassini erano deformati. Nei sandali aveva infilato solette deodoranti. Gli occhielli delle scarpe da ginnastica erano logori...
Forse Fredrica faceva ginnastica... aveva diverse tute molto abbondanti.
Le tute erano di Juno.
Anche Catherine Martin aveva diverse paia di pantaloni di Juno.
Clarice uscì a ritroso dall'armadio a muro. Sedette ai piedi del letto, con le braccia conserte, e fissò l'interno illuminato.
Juno era una marca comune, e si vendeva in una quantità di negozi "grandi taglie", ma sollevava il problema dell'abbigliamento. Ogni città di una certa importanza aveva almeno un negozio specializzato in grandi taglie.
Buffalo Bill teneva d'occhio quei negozi, sceglieva una cliente e poi la seguiva?
Entrava travestito da donna e si guardava intorno? Tutti i negozi grandi taglie hanno tra i clienti travestiti e omosessuali.
L'idea che Buffalo Bill cercasse di cambiare sesso era stata introdotta nelle indagini di recente, dopo che il dottor Lecter aveva spiegato a Clarice Starling la sua teoria. E i vestiti?
Tutte le vittime dovevano aver fatto acquisti nei negozi grandi taglie... Catherine Martin portava la taglia quarantotto, ma per le altre sarebbe stata troppo stretta; e Catherine doveva aver fatto acquisti in uno di quei negozi per scegliere le tute Juno.
Catherine portava il quarantotto. Era la più piccola delle vittime. Fredrica, la prima, era la più voluminosa. Come mai Buffalo Bill aveva optato per una taglia più piccola quando aveva scelto Catherine Martin? Catherine aveva un seno prosperoso, ma non aveva una circonferenza eccezionale. Buffalo Bill era dimagrito? Forse era entrato a far parte di un gruppo che seguiva una dieta, negli ultimi tempi? Kimberly Emberg era una specie di via di mezzo, grande e grossa, ma con la vita abbastanza sottile...
Clarice Starling aveva evitato volutamente di pensare a Kimberly Em-berg; ma il ricordo la travolse per un secondo. Rivide Kimberly nella sede delle pompe funebri di Potter. Buffalo Bill non si era curato delle sue gambe depilate con la ceretta, delle unghie meticolosamente laccate con lo smalto lucido: aveva guardato il seno piatto di Kimberly, aveva pensato che non andava bene, aveva preso la pistola e le aveva sparato al petto.
La porta della stanza si socchiuse. Clarice sentì il movimento nel cuore ancora prima di comprendere che cos'era. Entrò un gatto, un grosso gatto persiano con un occhio dorato e un occhio azzurro. Saltò sul letto e si strusciò contro di lei. Era venuto a cercare Fredrica.
Solitudine. Ragazze grandi e grosse che soffrivano di solitudine e tentavano di piacere a qualcuno.
La polizia aveva eliminato fin dall'inizio i club dei cuori solitari. Buffalo Bill conosceva un altro sistema per approfittare della solitudine. Niente ci rende più vulnerabili della solitudine, eccettuata l'avidità.
La solitudine poteva aver offerto a Buffalo Bill un'occasione per avvicinare Fredrica, ma non Catherine. Catherine non era certamente sola.
Kimberly lo era. Non incominciare. Kimberly, docile e inerte al di là del rigor mortis, che veniva girata sul tavolo dell'impresa di pompe funebri perché Clarice Starling potesse prendere le impronte digitali. Basta. Non posso. Kimberly, sola, ansiosa di piacere... si era mai girata docilmente per qualcuno, per sentire un cuore che batteva contro la sua schiena? Clarice si chiese se Kimberly aveva mai sentito un paio di baffi farle il solletico tra le scapole.
Fissò l'armadio a muro illuminato e ricordò la schiena grassa di Kim-berly, i lembi triangolari di pelle che mancavano dalle spalle.
Continuò a guardare nell'armadio e vide i triangoli sulle spalle di Kim-berly delineati con i tratti azzurri d'un gessetto per sartoria. L'idea si allontanò e ritornò, tornò abbastanza vicina perché questa volta potesse afferrarla con uno scatto di gioia rabbiosa, sOnO INSERTI... BUFFALO BILL HA PRESO I TRIANGOLI DI PELLE PER FARNE INSERTI CHE GLI SERVIVANO PER ALLARGARE LA PELLE IN VITA. QUEL BASTARDO SA CUCIRE. SA CUCIRE COME UNO DEL MESTIERE... NON SCEGLIE INDUMENTI PRONTI DA INDOSSARE.
Che cosa aveva detto Lecter? ”Si sta facendo una pelle di donna con le pelli di donne vere. ” E che cosa mi ha chiesto? ”Sa cucire, Clarice?” Certamente.
Clarice Starling inclinò la testa all'indietro e chiuse gli occhi per un secondo. Risolvere i problemi è come andare a caccia: è un piacere selvaggio, innato in tutti noi.
Aveva visto un telefono nel salotto. Clarice cominciò a scendere la scala ma la voce esile della signora Bimmel la stava già chiamando: c'era una telefonata per lei.