Nella parte posteriore dell'ambulanza che correva a sirene spiegate, il giovane infermiere si teneva puntellato per non sobbalzare troppo mentre si accingeva a comunicare via radio con il supervisore del pronto soccorso. Dovette alzare la voce per farsi sentire.
«È in stato comatoso ma i sintomi vitali sono buoni. Buona pressione del sangue. Centotrenta e novanta. Sì, novanta. Polso ottantacinque. Presenta ferite gravi e slabbrate alla faccia, un occhio enucleato. Ho applicato bende a pressione sulla faccia e ho inserito una sonda. Può darsi che abbia una ferita d'arma da fuoco alla testa, non so.»
Dietro di lui, sulla barella, i pugni contratti e insanguinati si rilassano all'interno della cintura. La mano destra esce, trova la fibbia della cinghia tesa attraverso il petto.
«Ho paura di esercitare troppa pressione sulla testa... ha avuto qualche movimento convulso prima che lo mettessimo sulla barella. Sicuro, l'ho messo nella posizione Fowler.»
Alle spalle del giovane, la mano afferrò il bendaggio chirurgico e scoprì gli occhi.
L'infermiere sentì il sibilo dell'aria nella sonda, molto vicino, si voltò e si trovò di fronte la faccia insanguinata. Non vide la pistola che scendeva e
lo colpiva con forza sull'orecchio.
L'ambulanza rallentò, si fermò nel traffico sulla superstrada a sei corsie. Gli automobilisti che la seguivano suonavano i clacson, confusi, esitavano ad aggirarla. Due piccoli schiocchi, come di un ritorno di fiamma, e l'ambulanza si rimise in moto. Sbandò, si raddrizzò, si spostò sulla corsia di destra.
L'uscita per l'aeroporto era ormai vicina. L'ambulanza continuò a procedere sulla corsia di destra, facendo lampeggiare le luci mentre i tergicristalli si muovevano e si arrestavano, la sirena si smorzava e riprendeva a suonare, si smorzava di nuovo e si spegneva nel silenzio, e finalmente si spegnevano anche le luci lampeggianti. L'ambulanza procedette, svoltò all'uscita per l'aeroporto internazionale di Memphis: lo splendido edificio era inondato di luci nella sera invernale. Prese la rampa e raggiunse i cancelli automatici del vasto parcheggio sotterraneo. Una mano insanguinata si sporse per ritirare lo scontrino. Poi l'ambulanza sparì lungo il tunnel del parcheggio.