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Clarice Starling si appoggiò a un tavolo dei dadi nel casinò dell'FBI e cercò di fare attenzione a una lezione sul riciclaggio del denaro sporco per mezzo del gioco d'azzardo. Erano trascorse trentasei ore da quando la polizia della Contea di Baltimora aveva ricevuto la sua deposizione tramite un dattilografo che fumava con accanimento e batteva a macchina con due dita. («Se il fumo le dà fastidio, veda di riuscire ad aprire quella finestra») e l'aveva accomiatata ricordandole che l'omicidio non era un reato federale.

I telegiornali della domenica sera avevano mostrato lo scontro tra Clarice e i cameramen; ed era sicura di essere nei pasticci fino al collo. E non aveva ricevuto notizie da Crawford o dall'ufficio dell'FBI di Baltimora. Era come se il suo rapporto fosse caduto nel vuoto.

Il casinò dove si trovava adesso era piccolo: aveva funzionato a bordo di un camion fino a quando l'FBI l'aveva confiscato e l'aveva installato nella scuola come ausilio per l'insegnamento. La stanza stretta era affollata di poliziotti di varie giurisdizioni: Clarice Starling aveva rifiutato con un ringraziamento le sedie offerte da due Ranger del Texas e da un investigatore di Scotland Yard.

Gli altri del suo corso erano in fondo al corridoio nella sede dell'Accademia, e stavano cercando capelli nell'autentica moquette da motel della "camera da letto dov'era stato commesso un crimine a sfondo sessuale", e spargevano polvere per rilevare le impronte nella "banca di chissàdove". Clarice aveva dedicato molte ore alle perquisizioni e alle impronte digitali quando studiava medicina legale; perciò l'avevano mandata a quella lezione che faceva parte di una serie riservata ai tutori della legge in visita all'Accademia.

Si chiedeva se l'avevano separata dai suoi compagni per un'altra ragione. Forse ti isolavano prima di buttarti fuori.

Appoggiò i gomiti sul tavolo dei dadi e cercò di concentrarsi sul riciclaggio del denaro sporco per mezzo del gioco d'azzardo. Ma in realtà pensava che l'FBI detestava vedere i suoi agenti in televisione a parte le conferenze stampa ufficiali.

Il dottor Hannibal Lecter era per i media ciò che il miele era per gli orsi, e la polizia di Baltimora era stata ben felice di passare ai cronisti il nome della Starling. Si era vista e rivista molte volte nei telegiornali della domenica sera. Ecco là "la Starling dell'FBI" a Baltimora, mentre batteva la leva di un cric contro la porta del garage sopra la testa del cameraman che tentava di passare strisciando. Ed ecco "l'agente federale Starling" che si voltava di scatto verso l'assistente, brandendo la medesima leva.

Sul network rivale, la WPIK, che non aveva filmato la scena, aveva annunciato l'intenzione di far causa per lesioni alla "Starling dell'FBI" e allo stesso FBI perché al cameraman erano finiti negli occhi terriccio e particelle di polvere quando Clarice aveva battuto contro la porta.

Jonetta Johnson della WPIK era andata in onda durante un collegamento nazionale con la rivelazione che Clarice Starling aveva scoperto i macabri resti nel garage tramite "uno strano legame con un uomo che le autorità hanno bollato... come un mostro!". Era evidente che la WPIK aveva una fonte nell'ospedale psichiatrico.

LA MOGLIE DI FRANKENSTEIN! strillava il "National Tattler" dagli espositori dei supermercati.

L'FBI non aveva emesso commenti pubblici: ma Clarice era sicura che se ne facevano molti all'interno del Bureau.

A colazione uno dei compagni di corso, un giovanotto che si metteva una gran quantità di dopobarba Canoe, aveva alluso a Clarice come a "Melvin Pelvis", uno stupido gioco di parole sul nome di Melvin Purvis, il G-man numero uno di Hoover negli anni Trenta. Ardelia Mapp aveva replicato al giovanotto in un modo che lo aveva fatto impallidire e lasciare la colazione sul tavolo.

Adesso Clarice Starling si trovava in uno stato d'animo stranissimo, nel quale nulla riusciva a sorprenderla. Per un giorno e una notte si era sentita sospesa nel silenzio echeggiante che circonda un subacqueo. Aveva intenzione di difendersi, se ne avesse avuto la possibilità.

L'istruttore fece girare la ruota della roulette mentre parlava, ma non lanciava mai la pallina, Clarice lo guardava: era convinta che non l'avesse mai lanciata in tutta la sua vita. Adesso stava dicendo qualcosa: «Clarice Starling». Ma perché diceva "Clarice Starling"? Sono io.

«Sì» disse.

L'istruttore indicò la porta dietro di lei con un cenno del mento. Ecco, stava per accadere. Il destino s'impennava sotto di lei mentre si voltava a guardare. Ma era soltanto Brigham, l'istruttore di tiro, che si sporgeva nella stanza e la indicava. Nel momento in cui lo vide, lui le fece un cenno per chiamarla.

Per un secondo Clarice pensò che volessero buttarla fuori... ma non sarebbe stato certo il compito di Brigham.

«Sella il cavallo, Starling. Dov'è la tua attrezzatura?» le chiese quando furono nel corridoio.

«In camera mia... Ala C.»

Dovette allungare il passo per stargli dietro.

Brigham aveva portato il kit per le impronte digitali... quello vero, non quello per l'insegnamento, e una piccola borsa di tela.

«Oggi andrai con Jack Crawford. Prendi qualcosa per stanotte. Forse tornerai stasera, ma comunque prendila.»

«Dove dobbiamo andare?»

«Certi cacciatori d'anitre nel West Virginia hanno trovato un cadavere nell'Elk River, verso l'alba. In una situazione tipo Buffalo Bill. Lo stanno portando via. È molto importante, e Jack non ha intenzione di rimanere ad aspettare i dettagli.» Brigham si fermò alla porta dell'ala C. «Ha bisogno di qualcuno che sappia prendere le impronte a un cadavere rimasto a lungo in acqua, tra le altre cose. Tu lavorerai in laboratorio... lo sai fare, vero?»

«Sì. Mi lasci controllare il materiale.»

Brigham aprì il kit per le impronte digitali mentre Clarice estraeva i vassoi. C'erano gli aghi ipodermici fini e le fiale, ma non c'era la macchina fotografica.

«Ho bisogno della Polaroid uno-a-uno, la Cu-5, signor Brigham, dei pacchetti di pellicole e delle batterie.»

«Da quelli dell'equipaggiamento? Avrai tutto.»

Le porse la piccola borsa di tela; e quando Clarice sentì il peso, comprese perché era stato Brigham a venirla a cercare.

«Non hai ancora una pistola d'ordinanza, giusto?»

«No.»

«Devi avere tutto l'equipaggiamento. Questa è l'attrezzatura che usi al poligono di tiro. La pistola è la mia. È la stessa Smith K che adoperi per l'addestramento, ma il meccanismo è pulito. Spara senza colpi stasera in camera tua, quando avrai un momento. Io sarò in auto dietro l'ala C fra dieci minuti esatti con la Polaroid. Senti, sul Blue Canoe non c'è il gabinetto. Vai in bagno adesso se puoi, se vuoi un consiglio. Sbrigati, Starling.»

Clarice tentò di rivolgergli una domanda, ma Brigham si stava già allontanando.

Deve essere Buffalo Bill, se si muove Crawford in persona. Cosa diavo

lo è il Blue Canoe? Ma quando fai i bagagli devi pensare a quello che stai facendo, non a qualcosa d'altro. Clarice Starling li fece in fretta e alla perfezione.

«È... »

«Bene» l'interruppe Brigham quando la vide in macchina. «Il calcio preme un po' contro la giacca, se qualcuno ci fa caso; ma per il momento va bene così.» Clarice portava la pistola a canna mozza sotto il blazer, in una fondina contro le costole con un caricatore infilato nella cintura dall'altra parte.

Brigham partì, sfiorando esattamente il limite di velocità, e si diresse verso l'aeroporto di Quantico.

Poi si schiarì la gola. «C'è una cosa buona, in quelle zone, Starling. Là non c'è di mezzo la politica.»

«No?»

«Hai fatto bene a non lasciar entrare nessuno in quel garage a Baltimora. Sei preoccupata per la TV?»

«Dovrei esserlo?»

«Stiamo parlando tra noi, giusto?»

«Giusto.»

Brigham ricambiò il saluto di un marine che dirigeva il traffico.

«Portandoti con lui, oggi, Jack dimostra di aver fiducia in te, in modo che salti agli occhi di tutti» disse. «Nel caso che, diciamo, qualcuno dell'Ufficio Responsabilità Professionale abbia le budella sottosopra... capisci cosa voglio dire?»

«Uhmm.»

«Crawford è un tipo leale. Ha detto chiaramente a chi di dovere che ti sei comportata così perché nessuno entrasse sul luogo del delitto. Ti ha lasciata entrare là dentro senza simboli visibili di autorità, e ha detto anche questo. E il tempo di reazione dei poliziotti di Baltimora è stato molto lento. Inoltre, oggi Crawford ha bisogno di aiuto; e avrebbe dovuto aspettare un'ora, prima che Jimmy Price gli mandasse qualcuno dal laboratorio. Quindi è un lavoretto per te, Starling. Un cadavere ripescato in acqua non è una gita alla spiaggia. Non è neppure una punizione, ma se qualcuno all'esterno vuole vederla così, tanto meglio. Vedi, Crawford è un individuo molto sottile, ma non è portato a dare spiegazioni; ecco perché ti sto dicendo tutto questo... Se lavori con Crawford devi sapere che tipo è... lo sai?»

«Per la verità, no.»

«Ha tante altre cose per la testa, oltre Buffalo Bill. Sua moglie Bella è molto malata. È... è alla fine. Lui la tiene in casa. Se non fosse per la faccenda di Buffalo Bill, avrebbe chiesto un permesso per gravi motivi di famiglia.»

«Questo non lo sapevo.»

«Nessuno ne parla. Non dirgli che ti dispiace o qualcosa del genere, non gli sarebbe d'aiuto... Avevano... avevano passato insieme momenti molto belli.»

«Sono contenta che me l'abbia detto.»

Brigham s'illuminò quando raggiunsero la pista. «Ci sono un paio di discorsi importanti che tengo sempre alla fine del corso sulle armi da fuoco, Starling, cerca di non essere assente.» Prese una scorciatoia fra due hangar.

«Ci sarò.»

«Ascolta, quello che insegno io probabilmente tu non dovrai mai farlo. Anzi, te lo auguro. Ma hai una certa attitudine, Starling. Se devi sparare, sai sparare. Fai gli esercizi.»

«Giusto.»

«Non mettere mai la pistola nella borsetta.»

«Giusto.»

«Spara qualche colpo a vuoto in camera tua, la sera. E tienila a portata di mano.»

«Senz'altro.»

Un venerando bimotore Beechcraft stava sulla pista di Quantico con le luci che lampeggiavano e il portello aperto. Un'elica girava e faceva ondeggiare l'erba accanto alla pista asfaltata.

«Non sarà quello, il Blue Canoe?» chiese Clarice.

«Sì.»

«È piccolo e vecchio.»

«È vecchio» disse allegramente Brigham. «L'Antidroga lo ha requisito in Florida molto tempo fa, quando cadde nelle Everglades. Adesso è meccanicamente a posto, però. Spero che Gramm e Rudman non scoprano che l'usiamo noi... dovremmo viaggiare con l'autobus.» Fermò la macchina accanto all'aereo e scaricò il bagaglio di Clarice dal sedile posteriore. Con un po' di confusione, riuscì a consegnarglielo e a stringerle contemporaneamente la mano.

Poi, senza riflettere, Brigham disse: «Dio ti benedica, Starling». Quelle parole avevano un sapore strano nella sua bocca di marine. Non sapeva che cosa gliele avesse ispirate e si sentiva arrossire.

«Grazie... grazie, signor Brigham.»

Crawford era seduto al posto del secondo pilota, in maniche di camicia e occhiali da sole. Si voltò verso Clarice quando sentì il pilota sbattere il portello.

Clarice non riusciva a scorgergli gli occhi dietro le lenti scure, e aveva la sensazione di non conoscerlo. Crawford era pallido e duro, come una radice messa allo scoperto da una ruspa.

«Si sieda e legga.» Fu tutto quello che disse.

Sul sedile dietro di lui c'era un fascicolo piuttosto spesso. La copertina portava la dicitura BUFFALO BILL. Clarice Starling lo strinse mentre il Blue Canoe sussultava e tremava e incominciava a rollare.

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