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Le piume galleggiavano sull'acqua marrone: piume arricciate che giungevano dalle colombaie, portate dai refoli di vento che facevano rabbrividire la superficie del fiume.

Le case di Fell Street, la via di Fredrica Bimmel, venivano indicate come residenze sul lungofiume nei cartelli sciupati delle agenzie immobiliari perché i loro giardinetti sul retro terminavano su un braccio morto del fiume Licking a Belvedere, Ohio, una città di 112.000 abitanti nella cosiddetta Cintura della Ruggine, a est di Columbus.

Era una zona squallida di case vecchie e grandi. Alcune erano state acquistate a poco prezzo da giovani coppie e rimodernate con la vernice a smalto, e al loro confronto le altre facevano una figura ancora più triste. La casa dei Bimmel non era stata rimodernata.

Clarice Starling si soffermò per un momento nel cortile di Fredrica e guardò le piume sull'acqua, affondando le mani nelle tasche dell'impermeabile. C'era un po' di neve marcia tra le canne, azzurra sotto il cielo azzurro di quella mite giornata d'inverno.

Dietro di lei sentiva il padre di Fredrica che lavorava di martello nella città delle piccionaie che saliva dalla riva dell'acqua e giungeva fin quasi alla casa. Non aveva ancora visto il signor Bimmel. I vicini le avevano detto che era lì. I loro volti si erano chiusi, quando gliel'avevano detto.

Clarice Starling era un po' disorientata. Quando, durante la notte, aveva capito che doveva lasciare l'Accademia per dare la caccia a Buffalo Bill, tanti rumori estranei erano cessati. Ora sentiva un silenzio nuovo e puro al centro della sua mente, una grande calma. Ma tra i suoi pensieri affiorava come la consapevolezza di aver marinato la scuola e di essere una sciocca.

Le piccole seccature della mattina non l'avevano toccata... né il lezzo da palestra a bordo dell'aereo per Columbus, né l'inettitudine confusionaria dell'agenzia di autonoleggio. Aveva alzato la voce con l'impiegato per costringerlo a darsi da fare, ma non aveva provato nessuna sensazione.

Clarice Starling aveva pagato un alto prezzo per avere quel tempo a disposizione e intendeva servirsene come riteneva più opportuno. Da un momento all'altro quel tempo sarebbe scaduto: se Crawford fosse stato scavalcato e le avessero ritirato le credenziali.

Doveva affrettarsi: ma pensare al perché, pensare alla situazione di Catherine in quell'ultimo giorno, avrebbe significato sprecare interamente la giornata. Pensare a lei nel tempo reale, proprio mentre veniva trattata come Kimberly Emberg e Fredrica Bimmel, avrebbe bloccato la sua capacità di pensare.

La brezza cadde, l'acqua divenne immota. Vicino ai suoi piedi, una piuma arricciata roteava sospinta dalla tensione superficiale. Tieni duro, Catherine.

Clarice Starling si strinse il labbro tra i denti. Se Buffalo Bill le avesse sparato, c'era da augurarsi che la uccidesse al primo colpo.

Insegnaci la partecipazione e l'indifferenza.

Insegnaci a tacere.

Clarice si voltò verso le piccionaie e seguì un sentiero di tavole disposte sul fango, per raggiungere il suono del martello. C'erano centinaia di piccioni di ogni dimensione e colore, alcuni alti e zampettanti, altri con il petto in fuori. Con gli occhi vivaci, le teste che si muovevano a scatti mentre camminavano, allargavano le ali al sole pallido ed emettevano suoni dolci al suo passaggio.

Il padre di Fredrica, Gustav Bimmel, era alto, scialbo, con i fianchi larghi e gli occhi d'un celeste acquoso, cerchiati di rosso. Portava un berretto di maglia calato fino alle sopracciglia. Stava costruendo un'altra piccionaia montata su cavalietti, davanti al capanno. Clarice sentì l'odore della vodka nel suo alito mentre guardava il suo tesserino stringendo gli occhi.

«Non ho niente di nuovo da dirle. I poliziotti sono tornati l'altra sera. Hanno rivisto insieme a me la mia dichiarazione. L'hanno riletta. "È giusto? È giusto?" E io gli ho risposto: sì, certo, se non fosse giusto non l'avrei detto.»

«Sto cercando di capire come il... dove il rapitore potrebbe aver visto Fredrica, signor Bimmel. Dove potrebbe averla vista e aver deciso di portarla via.»

«Fredrica era andata a Columbus in autobus per un lavoro in un grande magazzino. La polizia dice che era stata al colloquio. Ma non è più tornata a casa. Non sappiamo in quale altro posto fosse andata quel giorno. L'FBI ha controllato i suoi conti della Master Charge, ma per quel giorno non c'era segnato niente. Lei lo sa già, vero?»

«Della carta di credito, sì, signore, lo so. Signor Bimmel, lei ha gli oggetti personali di Fredrica. Sono qui?»

«La sua camera è all'ultimo piano della casa.»

«Posso vederla?»

Il signor Bimmel impiegò un momento per decidere dove posare il martello. «Sta bene» disse. «Venga con me.»

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