Saliti in auto, King e Michelle si diressero verso la loro agenzia per sistemare alcune questioni di lavoro prima di recarsi a fare visita ai genitori di Janice Pembroke e di Steve Canney. La Volvo station wagon argento e la BMW Serie 8 erano posteggiate davanti al loro ufficio.
«Eddie e Dorothea» disse Michelle mentre scendeva dalla Balena Bianca. Come a un segnale prestabilito le portiere di entrambe le vetture si aprirono di scatto e i due scesero dalle rispettive auto.
«Viaggiano separatamente» commentò Michelle sottovoce.
«E forse vanno anche in direzioni opposte.»
Eddie indossava un paio di pantaloni grigi con la riga, una camicia bianca e un blazer blu, e reggeva una ventiquattrore di cuoio. Abbronzato com’era, l’aspetto sano, più l’abbigliamento elegante, era molto bello, notò Michelle con vivo apprezzamento.
Dorothea era vestita di nero da capo a piedi, il che sembrava adatto alle circostanze, ma King sapeva bene che non c’entrava niente con il lutto per la perdita del patriarca della famiglia: le calze a rete, i tacchi a spillo e una scollatura mozzafiato tradivano tutt’altro atteggiamento.
King aprì la porta dell’agenzia con la sua chiave, ed entrarono tutti.
Quando furono seduti, King esordì dicendo: «Siamo veramente rattristati per tuo padre, Eddie». Lanciò un’occhiata a Dorothea, ma non disse nulla perché l’aspetto della donna non sollecitava affatto simili condoglianze.
«Non riesco ancora a crederci» disse Eddie. «Mamma era là alle dieci, e alle dieci e trenta lui è morto.»
«Remmy ci ha detto di non aver notato nessuno quando se n’è andata» osservò Michelle.
«Certo, non è che l’assassino si sia messo a saltellare davanti a Remmy strepitando: “Adesso vado dentro e le faccio fuori il marito, signora”» fu l’irritato commento di Dorothea.
Eddie disse: «Grazie per avercelo fatto notare, Dorothea. Se non hai nient’altro di utile con cui contribuire alla discussione, perché non te ne stai seduta lì buona e non continui a tenere il broncio?».
Ben detto, Eddie Battle, pensò Michelle.
Dorothea parve sul punto di esplodere e controbattere con qualcosa di velenoso, ma riuscì a trattenersi. Si limitò a starsene seduta immobile a braccia conserte, fissando il pavimento con aria truce.
«In che cosa possiamo esserti utili, Eddie?» domandò King.
Eddie tirò fuori dalla ventiquattrore un giornale e indicò un articolo in prima pagina. King prese il quotidiano e si immerse nella lettura mentre Michelle leggeva a sua volta al di sopra della sua spalla.
Quando finì, King sembrava parecchio turbato. «Come diavolo ha fatto a trapelare alla stampa la storia delle minacce di Remmy a Junior?»
«Forse è stata Lulu» suggerì Michelle. «Oppure sua madre, Priscilla. Mi sembra una cosa che rientra nel suo stile.»
«A prescindere da chi sia stato» disse Eddie «ora tutta la città pensa che la mamma abbia fatto uccidere Junior.»
«Ma la “Gazette” ha riportato anche che la morte di Junior è stata direttamente collegata agli altri omicidi seriali» fece notare Michelle.
Eddie si accasciò sconfortato sulla sedia. «Questo non conta nulla. La gente penserà che la mamma ha pagato qualcuno per fare in modo che sembrasse così.»
«Come l’ha presa Remmy?»
«Questa cosa la sta uccidendo.»
«Ma non nega di aver minacciato Junior?» chiese King.
Ora Eddie si fece più cauto. «Non voglio sembrarti retorico, Sean, ma anche ammesso che l’abbia minacciato, non ha niente a che fare con la sua morte.»
«Non posso controllare quello che pensa la gente.»
«Questo lo so, ma pensavo solo che… be’…»
«Che cosa vuole che facciamo, Eddie?» domandò Michelle in tono gentile.
«Sì, sarebbe bello che arrivassi al punto» disse Dorothea. «Stamattina devo far vedere a un cliente due case.»
Eddie la ignorò e disse: «Potreste andare di nuovo a parlare con la mamma? So che ci siete già andati l’altro ieri con Chip, e che si è dimostrata parecchio reticente. Ma se tornaste da lei, so che vi riceverebbe in modo diverso. In questo momento ha bisogno di parlare con qualcuno».
«Che cosa ci direbbe esattamente?» domandò King.
«Di preciso non so» ammise Eddie. «Ma se non altro potreste sentire la sua versione dei fatti invece delle sciocchezze dei giornali.»
«Sono sicuro che Chip e i suoi uomini lo faranno senz’altro.»
«Ma mia madre sarebbe più a suo agio con te. Che resti fra noi, ma Chip e la mamma non è che vadano molto d’accordo.»
«Nonostante ti abbia salvato la vita?»
«Non so come spiegarlo. So solo che è così, ed è vero.»
«Chip ha un’alta opinione di tua madre.»
«Forse non sono stato chiaro. È la mamma a non tenerlo tanto in considerazione.»
«D’accordo, andremo a parlarle. Però ti ripeto che questo non impedirà alla gente di spettegolare.»
Dorothea intervenne con decisione. «“Visto che Eddie continua a menare il can per l’aia, lasciate che ve lo dica senza tanti preamboli. Non c’è una sola probabilità al mondo che Remmy c’entri qualcosa con la morte di quell’uomo. Ma se voi scoprite chi è stato a uccidere Junior, questo porrebbe fine a ogni illazione.»
«Giusto» disse Eddie. «E poi forse scoprirete anche chi ha ucciso papà.»
«Pensi che possa essere stata la stessa persona?» domandò King.
«Non mi sembra un caso che Junior sia stato denunciato per aver scassinato la casa dei miei genitori, e poi in rapida successione lui e mio padre vengano uccisi.»
«Per la verità è stata un’idea mia» affermò Dorothea con orgoglio. «Ed è il motivo per cui sono qui. Ci ho riflettuto a fondo ieri sera. E se qualcuno stesse sfruttando questa sfilza di omicidi per nascondere l’assassinio di Bobby e di Junior? E se così fosse, deve essere collegato a ciò che è stato rubato.»
«In effetti è un’ipotesi che stiamo considerando» ammise King.
«Visto?» esclamò Dorothea, puntando il dito contro suo marito. «Te l’avevo detto!»
«Va bene, Dorothea, va bene» disse Eddie. «Così ritieni che sia possibile, Sean?»
«Tutto è possibile» osservò King tenendosi sul vago. «Tua madre sarà a casa oggi?»
«Sì, ma il funerale è domani. Sta arrivando parecchia gente per assistervi.»
«Allora andremo a parlarle dopo il funerale. A che ora è la funzione?»
«Alle due. La funzione si terrà alla Christ Church, mentre le esequie saranno a Kensington. Se venite siete i benvenuti, naturalmente.»
Dorothea si sporse in avanti. «Allora, state seguendo qualche pista? Nessun sospetto finora?»
«È un’inchiesta ancora in corso, Dorothea. Non possiamo fare commenti.»
«Scusate, pensavo che se vi aiutavamo ci avreste informato sugli sviluppi delle indagini» replicò lei con franchezza.
«Spiacente, non funziona così. Ma dato che è qui, devo chiederle una cosa. Ha fatto visita a Bobby il pomeriggio del giorno in cui è stato ucciso?»
Dorothea lo fissò, del tutto inespressiva. «Esatto. E allora?»
«Qual era lo scopo della visita?»
«Era mio suocero. Volevo vedere come stava. Non era la prima volta, e poi ero là parecchio tempo prima che fosse assassinato.»
«E quella sera si è recata a Richmond. A che ora vi è arrivata?»
«Non ricordo. Era tardi. Sono andata dritta a letto.»
«In quale albergo?»
«Il Jefferson Hotel. Alloggio sempre là quando vado a Richmond.»
«Sono sicuro che lo fa. E sono anche sicuro che possono fornirci l’ora esatta del suo arrivo.»
«Cosa diavolo vuole insinuare? Stamattina sono venuta qui per cercare di esservi d’aiuto, non per essere interrogata.»
«E io sto cercando di aiutare lei. Se si trovava in quell’albergo a centoquaranta chilometri da qui quando suo suocero è stato assassinato, ha un alibi di ferro. Sono sicuro che anche l’FBI lo ha già verificato.»
Dorothea fissò King per qualche altro secondo senza parlare, dopo di che si alzò e se ne andò. Eddie li ringraziò entrambi e si affrettò a seguirla. King e Michelle li osservarono dalla finestra dirigersi alle rispettive auto.
Michelle disse: «Non credi che fosse in quell’hotel alle dieci, vero?».
«Penso che fosse altrove, un posto di cui non vuole che suo marito venga a sapere. E sono sicuro che Bailey lo ha già scoperto, ma non si è scomodato a dircelo. La risposta di Dorothea sul fatto di aver visto Bobby altre volte prima del giorno fatidico era una stronzata colossale. Ho controllato all’ospedale.»
Michelle osservò Eddie salire sulla Volvo. «Mi domando come abbia fatto un bel tipo come lui a finire con una strega come quella.»
King la guardò fisso e poi sorrise. «Ci stiamo raddolcendo per Eddie Battle?»
Michelle arrossì vistosamente. «Sii serio, Sean.»
«Hai qualcosa in programma per domani pomeriggio?»
«Forse una corsa.»
«È soppressa. Andremo a un funerale.»
«Perché?»
«È un fatto poco noto che gli assassini molto spesso vanno ai funerali delle loro vittime.»
«Be’, non siamo andati agli altri.»
«Non ce ne sono stati altri. I genitori di Rhonda Tyler a quanto pare non volevano essere disturbati, perciò è stata sepolta senza funerale nel campo di un vasaio nei dintorni di Lynchburg. Ho presenziato alla sepoltura. Le uniche persone presenti erano i becchini.»
«Sono stupita che nessuno dell’Aphrodisiac si sia fatto vedere. Per esempio Pam.»
«Penso che vogliano dimenticare perfino che sia successo.»
«Meglio mettere la testa sotto la sabbia, come gli struzzi.»
«E Steve Canney è stato cremato senza funerale.»
«È un po’ insolito per un campione di football.»
«Suo padre non la vedeva in questo modo.»
«E Janice Pembroke?»
«I suoi genitori erano talmente imbarazzati da quello che stava facendo con Steve Canney quando è morta, che l’hanno seppellita in una località segreta fuori zona.»
«E Diane Hinson?»
«I suoi genitori hanno riportato le sue spoglie a New York dove era nata.»
«Allora, cosa pensi della visita di Eddie e Dorothea?»
«Capisco la presenza di Eddie. Probabilmente è stata sua madre a spingerlo a venire. Il suo fedele e diligente figlio è uno strumento ideale per lei. La presenza di Dorothea è stata di gran lunga molto più interessante. Ha rivendicato di essere venuta a sottoporci la sua teoria sull’assassino. In effetti sarei sorpreso se vi avesse riservato tante riflessioni. Credo invece che sia venuta principalmente per cercare di estorcerci qualche informazione.»
«Forse sta solo facendo le bizze per una fetta più grande della tenuta di famiglia. Non che ne abbia bisogno veramente.»
«No, penso che invece potrebbe avere in testa proprio quello» ribatté King.
«Cosa vorresti dire? È la regina del mercato immobiliare locale.»
«Dorothea si è fatta invischiare in certe avventure immobiliari assai discutibili, che di recente hanno avuto un esito disastroso.»
«Hai fatto delle ricerche per conto tuo?»
«Mi stavo stufando di lasciare che Chip Bailey si prendesse tutto il divertimento.»
«E non lo hai informato di questo particolare?»
«È un agente speciale dell’FBI. Può scoprirlo da sé.»
«Così Dorothea ha urgente bisogno di denaro, e per ottenerlo sta cercando di entrare nelle grazie di Remmy.»
«Può essere.» King controllò l’orologio. «Ho fissato degli appuntamenti con i genitori di Steve Canney e di Janice Pembroke. Il primo è tra un’ora circa. Dopo che avremo finito con loro può darsi che tu voglia andare a far compere.»
«Compere? Per cosa?»
King squadrò la sua socia da capo a piedi. «Jeans e giubbetto impermeabile del Servizio segreto non sono proprio l’abbigliamento più adatto a un funerale.»