Mentre King aspettava che Williams lo richiamasse, Michelle entrò nella stanza degli ospiti reggendo in equilibrio precario un vassoio sul braccio sano.
King la fissò con espressione accigliata. «Dovrei servirti io.»
«Ecco qui, questo ti farà bene.» Michelle gli depose sulle gambe il vassoio e gli indicò, enumerandole, le vivande che gli stava servendo. «Il mio famoso frullato superenergetico, cereali secchi con rondelle di banana e, come dessert, due fette di pane a basso contenuto di carboidrati spalmato con gelatina di avocado.»
«Di che cosa è composto il frullato energetico? No, lascia perdere, non voglio saperlo.» King assaggiò con prudenza un piccolo sorso di frullato e si affrettò a posarlo dov’era. «Credo che debba “respirare” un po’.»
«Non è vino, Sean.»
«No, questo è poco ma sicuro» commentò King con convinzione. Si pulì le labbra con il tovagliolo. «Non mi sono ancora azzardato a chiederti perché sei venuta da me così tardi stanotte.»
«Oh, maledizione, me n’ero completamente scordata! Billy Edwards, l’ex meccanico di Bobby Battle, ha richiamato da Los Angeles.»
King si tirò su di colpo. «Che cosa ti ha detto?»
Michelle gli riferì dei danni scoperti sulla Rolls-Royce da Edwards. Prima ancora che avesse concluso, King si era alzato dal letto e stava afferrando i vestiti.
«Che cosa fai?!» chiese Michelle sbalordita.
«Dobbiamo vedere una certa persona, e alla svelta.»
«Chi?»
«Roger Canney.»
Giunsero a casa di Roger Canney solo per scoprire che non c’era nessuno. Spiarono all’interno dalle finestre con i vetri oscurati e verificarono se ci fosse per caso qualche porta aperta, ma erano tutte chiuse a chiave. King notò il quotidiano del giorno sui gradini davanti all’ingresso. Stavano ancora indugiando sul vialetto d’accesso quando davanti alla villa passò un uomo che stava portando a passeggio due grossi bassethound, o piuttosto, erano i due bassethound che portavano a spasso lui.
«Non è in casa» gridò loro l’uomo, che aveva in testa un berretto da baseball dei Maryland Terrapins. «L’ho visto partire, ehm, circa due ore fa, quando sono passato di qui per il mio solito giro di jogging.»
King guardò l’orologio. «Era prestissimo.»
«Aveva con sé un paio di valigie che ha caricato sull’auto. Immagino sia partito per un viaggio.»
«Quale auto? La Beemer o la Range Rover?» chiese Michelle.
«La Range Rover.»
«Le ha per caso detto dov’era diretto?»
«No. È schizzato fuori di qui con la macchina talmente in fretta che per poco non mi ha investito.»
Ringraziarono lo sconosciuto, salirono sul fuoristrada di Michelle e ripartirono.
«Telefono a Todd e gli dico di emettere un mandato di arresto per Canney» fu il commento di King.
«Che cosa sta succedendo, Sean?»
«Prova a pensare a come è morta la signora Canney.»
«Aveva bevuto parecchio ed è morta in un incidente stradale. Ma tu hai ipotizzato che possa essere stata assassinata.»
«Giusto. Assassinata e fatta precipitare in una scarpata quando la sua vettura è stata urtata da una poderosa e pesante Rolls-Royce al cui volante c’era Bobby Battle. Entrambi i fatti sono accaduti tre anni e mezzo fa.»
«Stai insinuando che Bobby Battle ha ucciso la signora Canney. Per quale motivo?»
«E se non fosse stato Roger Canney a dare l’inizio a un piano ricattatorio ai danni di Battle? Forse fu la signora Canney a minacciare di rivelare che Battle era il padre naturale di suo figlio Steve, e Battle non reagì con la freddezza che si riprometteva di avere, oppure si era stufato di dare denaro alla ricattatrice. Poi Roger Canney iniziò a ricattarlo per la morte della moglie.»
«Ma come avrebbe saputo che Battle era implicato nella morte di sua moglie?»
«Canney potrebbe aver saputo del piano di ricatto di sua moglie ai danni di Battle. O è anche possibile che sia stato lui a elaborare il piano e sua moglie lo aiutasse a esercitare pesanti pressioni su Battle. E a un certo punto sua moglie viene opportunamente eliminata? Roger Canney è scaltro come una volpe. Anche sprovvisto di una prova sicura che si trattava di omicidio, è giunto ugualmente alle conclusioni giuste.»
«Sicché affronta Battle, gli dice cha sa che è l’assassino di sua moglie nonché il padre di Steve, e che vuole un bel mucchio di soldi per tenere la bocca chiusa.»
King annuì. «Tentando di evitare di essere ricattato come padre di un figlio illegittimo con l’assassinio della signora Canney, per ironia della sorte, Battle potrebbe essersi impegolato da solo in un nuovo ricatto come omicida.»
«Possibile che non si sia reso conto che se Canney avesse denunciato alla polizia l’assassino della consorte sarebbe stato per forza costretto a svelare la sua complicità con la moglie nel ricatto? Sarebbe stato cioè costretto a fornire agli inquirenti un movente plausibile.»
«Avrebbe potuto semplicemente sfruttare il fatto del figlio illegittimo. Avrebbe potuto dichiarare di essere completamente all’oscuro del ricatto attuato, o della fonte di qualsiasi somma di denaro, attribuendo la colpa interamente alla moglie defunta.»
«Un onest’uomo, insomma.»
«Già.»
«A quanto pare lo abbiamo talmente spaventato da farlo fuggire.»
«Speriamo che non sia fuggito troppo lontano. Abbiamo bisogno di lui per fare luce su diversi punti oscuri.»
Proprio mentre King stava per telefonare a Williams, il capo lo precedette di un soffio. King gli raccontò quello che Sally gli aveva rivelato la sera prima, e lo mise a parte dei suoi sospetti su Roger Canney, concludendo con la fuga di quest’ultimo. Williams fu concorde con lui sulla necessità di emettere subito un mandato di arresto e poi chiese loro di incontrarsi con lui a Casa Battle. Evitò di spiegare perché, e di rispondere alle loro incalzanti domande in merito a Sally.
King si accasciò sul sedile con espressione disperata. Era morta.