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King si distese sul lettino nell’angusta stanza degli ospiti, del piccolo cottage della sua socia. Mentre il cielo si schiariva, udiva Michelle di sotto in cucina armeggiare rumorosamente con piatti e tegamini, e tremò al pensiero dell’indigesta sbobba che gli stava preparando questa volta. Michelle cercava sempre di convincerlo a bere intrugli ipervitaminizzati e a rosicchiare barrette energetiche a basso contenuto calorico, o senza carboidrati, o soltanto con i carboidrati “giusti”, promettendogli solennemente che il suo corpo avrebbe percepito il miracoloso cambiamento da un giorno all’altro.

«Non ho molta fame» tentò di gridare debolmente. «Prepara solo qualcosa per te, magari un po’ di cartone leggermente caramellato.»

Pentole e utensili continuavano a produrre rumori metallici e l’acqua a scorrere nel lavello. King udì distintamente un frangersi di gusci d’uovo e poi il rumore di un frullatore che veniva avviato.

«Oddio» bofonchiò, e tornò ad abbandonarsi contro i cuscini. Uova crude frullate con chissà cosa. Decise di dedicarsi alle riflessioni sul caso, tanto per distogliere la mente dall’incombente incubo culinario.

Sette omicidi, cominciando con Rhonda Tyler e finendo — almeno per il momento — con Kyle Montgomery. Era convinto che cinque fossero opera dello stesso assassino. Bobby Battle e Kyle no, pensò. Non avrebbe saputo dire se fossero stati uccisi dalla stessa persona o meno. E ora per poco non avevano assassinato anche lui, e pure Michelle aveva rischiato di essere uccisa. Sembravano esserci potenziali sospetti in abbondanza a fronte di una penuria di indizi. In ogni occasione l’assassino o gli assassini sembravano precedere sempre di poco gli inquirenti. Lui e Michelle erano andati a parlare con Junior, ma l’assassino era arrivato per un soffio prima di loro. Sylvia lo aveva informato di Kyle, dei furti di farmaci e della misteriosa riccona dell’Aphrodisiac. Ma quando aveva avviato l’indagine, anche Kyle era morto. Sally era andata da lui a confessargli la sua relazione sessuale con Junior, e subito dopo qualcuno aveva tentato di ucciderlo.

Si mise a sedere di scatto sul letto.

Sally!

«Michelle» chiamò subito. Il clangore di terrine e pentolini proseguiva senza interruzioni. Evidentemente Michelle non lo sentiva. Si alzò, scese a pianterreno ed entrò barcollando in cucina. Non aveva ancora recuperato del tutto l’equilibrio. Michelle era al lavello ad affettare una cipolla, che introduceva a pezzetti nel frullatore, dove al momento si stava consolidando una poltiglia verde-giallastra.

Michelle si voltò e lo vide. «Cosa ci fai in piedi?» disse in tono di rimprovero.

«Dobbiamo chiamare subito Sally.»

«Sally? Perché?»

«Ieri sera è venuta da me per mettermi al corrente di alcuni particolari importanti. Subito dopo la sua partenza sono andato a dormire. È stato allora che qualcuno ha manomesso il mio impianto di riscaldamento.» King spiegò a Michelle che Sally era stata con Junior la notte in cui era avvenuto il furto con scasso a Casa Battle.

«Uno sviluppo a dir poco strabiliante. E hai paura che la persona che ha tentato di ucciderci possa aver notato anche la presenza di Sally poco prima?»

«Con questo assassino non c’è niente che mi sorprenderebbe. Pare che sappia sempre tutto in anticipo.»

Michelle si asciugò le mani, afferrò il suo cellulare e telefonò a Todd Williams. Informò rapidamente il capo e spense il telefonino. «Dice che andrà là immediatamente con un paio di agenti.»

«Forse dovremmo andarci anche noi.»

«L’unico posto in cui sei diretto al momento è di là sul tuo letto. Fila.»

«Senti chi parla: ti hanno appena sparato e stai già frullando uova e affettando cipolle.»

«Tu pensa solo a tornare a letto. Sono sicura che Sally sta bene. Todd mi ha promesso che ci chiamerà.»

King obbedì con riluttanza. E tentò di convincersi che le probabilità che a Sally fosse capitato qualcosa così in fretta fossero scarse.


Savannah stava bussando alla porta della vecchia rimessa talmente forte da procurarsi dei lividi. Finalmente Dorothea venne ad aprire la porta in accappatoio. Ci mancò poco che Savannah cadesse all’interno.

Dorothea vide l’espressione terrorizzata sul volto della cognata ed esclamò: «Mio Dio, Savannah, cos’è successo?».

La ragazza puntò un braccio in direzione delle scuderie poco distanti e strillò con voce strozzata: «Ho trovato… ho trovato Sally. Nelle scuderie. È morta. Con la testa fracassata. O mio Dio, è morta!».

Dorothea si guardò freneticamente intorno come se l’assassino potesse essersi nascosto nell’ingresso di casa sua. Poi risalì le scale di corsa fino in camera da letto, dove Eddie stava ancora dormendo.

«Eddie! Savannah ha trovato Sally morta nelle scuderie. Eddie!»

Suo marito giaceva immobile sotto le coltri. Dorothea si avvicinò al letto. «Eddie!» Gli posò una mano sulla spalla e lo scosse violentemente. «Eddie! Svegliati!»

Non ottenne nient’altro che un gemito sommesso. Gli controllò il polso. Pulsava appena, molto debolmente, così come debolissimo era il respiro. Dorothea afferrò un bicchiere d’acqua sul comodino e glielo rovesciò in faccia. Senza provocare la benché minima reazione. Gli sollevò la palpebra dell’occhio destro. La pupilla sembrava una punta di spillo. Esperta di antidepressivi e stupefacenti, comprese subito quello che significava. Afferrò il telefono sul comodino e chiamò il 911, poi tornò di corsa di sotto, dove Savannah si era seduta rannicchiata vicino alla porta d’ingresso e piangeva, scossa dai singhiozzi. Indossava la sua tenuta da equitazione, notò Dorothea, e i suoi stivali sporchi di fango avevano inzaccherato tutto l’ingresso.


Todd Williams si sollevò dal fianco del cadavere e fece un cenno di assenso. Sylvia si fece avanti per esaminare Sally mentre l’équipe della Scientifica setacciava la scena del crimine a caccia di indizi. Chip Bailey era in piedi in prossimità del portone delle scuderie a osservare le operazioni di rito. Williams andò a raggiungerlo.

«Come sta Eddie?» chiese Bailey.

«È ancora incosciente. Non so se è stato avvelenato o che cosa. Non so più cosa diavolo stia succedendo. Voglio dire, chi poteva volere la morte di Sally e di Eddie?»

«Non penso che la ragazza c’entrasse qualcosa in tutti questi omicidi e tentati omicidi.»

Sylvia si alzò dal fianco del cadavere dopo pochi minuti e venne a unirsi ai due uomini.

«Le hanno tagliato la gola quasi da un orecchio all’altro. L’emorragia è terrificante. La morte deve essere avvenuta in sessanta o settanta secondi al massimo. Dopo di che le ha ridotto la faccia in una poltiglia sanguinolenta.»

«È sicura che le abbia prima tagliato la gola?» domandò Bailey.

«Sì. Era già morta quando ha cominciato a colpirla con il rastrello.»

«Ora presunta del decesso?»

«Non più di quattro ore fa. Ho rilevato la temperatura rettale, e il grado di rigor mortis comprova l’orario.»

Williams guardò l’orologio. «Perciò diciamo intorno alle cinque e mezzo di stamattina.»

«Così sembra. Non ci sono segni di stupro o di violenza a scopo sessuale. Chiunque sia stato l’ha aggredita da dietro e non è mancino. Il taglio alla gola è stato eseguito da sinistra a destra.»

«Ed è stata Savannah a trovarla?» disse Bailey.

«Era venuta qui per andare a cavallo e ha scoperto il cadavere» disse Williams. «O almeno è quello che penso abbia detto. Piangeva disperatamente e talmente forte che in realtà non potrei esserne certo.»

«Ed è andata alla ex rimessa delle carrozze a cercare aiuto?» chiese Bailey.

«È più vicina alle scuderie rispetto alla villa o alla dépendance dei domestici in cui alloggiava Sally» fece notare Williams.

«E Dorothea è venuta ad aprirle, ha cercato di svegliare Eddie e poi ha chiamato i soccorsi.»

«Esatto.»

Bailey rimuginò sulle informazioni. «Perciò Dorothea e Eddie erano a letto insieme. Dorothea stava bene, ma a Eddie era stato somministrato qualche veleno o sostanza letale.»

«Non ho ancora raccolto a verbale la testimonianza completa di Dorothea» disse Williams.

«Penso che dovresti farlo al più presto.»

«No, io penso invece che la cosa migliore da fare al momento sia di chiamare Sean e Michelle» replicò Williams. «Sono stati loro a chiamarmi stamattina perché venissi da Sally, prima che ricevessimo la telefonata di allarme di Dorothea. Evidentemente sanno qualcosa di cui noi due siamo all’oscuro.»

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