«Allora, chi ha ucciso Bobby Battle e Kyle Montgomery?» domandò Michelle.
Erano seduti sul pontile d’attracco di King a prendersi un po’ di sole dopo essere tornati da una corsa mattutina con i loro Sea-Doo.
«Non mi è ancora scattato niente nella mente. Forse ho usato tutte le mie cellule grigie per catturare Eddie.»
«Be’, Dorothea aveva il movente migliore per uccidere Kyle.»
«E ha anche avuto l’opportunità di uccidere Bobby Battle. E forse anche il movente per farlo. Se Bobby non avesse mantenuto fede alla promessa e non le avesse dato una maggiore fetta della proprietà.»
Michelle parve turbata. «So che hai architettato tutto quel discorso sulla complicità di Remmy e Harry ma non penserai davvero…»
«Harry ha un alibi di ferro. Nel momento della morte di Bobby Battle stava facendo un discorso al Virginia State Bar di Charlottesville.»
Michelle sembrò sollevata. «E Remmy?»
«Non so, Michelle, proprio non lo so. Di sicuro Remmy aveva un’ottima ragione per desiderare di ucciderlo.»
«O forse lo ha fatto qualcuno che voleva diventare il nuovo lord della proprietà terriera.»
King la fissò in modo strano, e stava per risponderle quando il suo telefono cellulare squillò.
Rispose, restò un attimo in ascolto e si fece terreo in volto. Chiuse il cellulare.
«Cattive notizie, vero?» azzardò Michelle timorosamente.
«Eddie è fuggito.»
Ai Battle fu assegnata una squadra di protezione ventiquattrore su ventiquattro.
Harry Carrick, King e Michelle si trasferirono da loro, dato che anch’essi erano probabilmente in pericolo di vita. Una vasta caccia all’uomo su un’area di tre Stati, condotta dall’ira e dalla polizia di Stato, era cominciata, ma due giorni dopo non c’era ancora traccia di Eddie.
King e Michelle erano in sala da pranzo a prendere un caffè con Sylvia, Bailey e Williams, e a discutere del caso.
«Eddie è espertissimo di vita all’aria aperta» fece notare Bailey. «E conosce questa regione come le sue tasche. Ci è andato a caccia e l’ha esplorata da cima a fondo per la maggior parte della sua vita. È in grado di sopravvivere per settimane con poco o niente.»
«Grazie, Chip, è molto incoraggiante» commentò Williams in tono acido. «Troveremo quel figlio di puttana, ma non posso promettervi di catturarlo vivo.»
«Non credo che Eddie si lascerà di nuovo catturare» disse King.
«Non può essere fuggito dalla zona il più rapidamente possibile?» domandò Michelle.
King scosse il capo. «Troppi posti di blocco e troppa polizia in tutte le stazioni ferroviarie, ai terminal dei pullman e all’aeroporto. La volante della polizia che ha rubato è stata ritrovata abbandonata in una strada secondaria. Penso che si sia dato alla macchia sulle colline.»
Williams annuì. «Ha più probabilità di non essere trovato restando nascosto in zona. Cambierà aspetto il più possibile, e quando le acque si calmeranno un poco si darà alla fuga.»
King non sembrava convinto.
Williams lo notò e disse: «Non sei d’accordo?».
«Penso che sia in zona, ma non per quel che credi.»
«Per quale motivo, allora?»
«Qualcuno ha ucciso suo padre.»
«E allora?»
«E allora ritengo che Eddie volesse farlo da sé. Penso che Bobby fosse destinato a essere la vittima finale in tutto questo piano, se l’ictus non lo avesse colpito prima.» King scambiò un’occhiata con Michelle. «Giorni fa era venuto da noi, lamentandosi che sua madre era turbata dalle chiacchiere della gente, che la riteneva l’assassina di Junior e di suo marito. Sapeva che non era stata lei. Voleva che scoprissimo chi era stato. E ricordi quando eravamo a bere insieme a lui al Sage Gentleman? Disse che suo padre doveva restar vivo a tutti i costi.»
«Per poterlo uccidere» concluse Michelle.
«Allora che intenzioni avrà, maledizione?» intervenne Williams. «Dare la caccia all’assassino di suo padre? Non sappiamo nemmeno chi sia, Sean.»
«Ma se scopriamo chi è, abbiamo buone probabilità di catturare Eddie.»
«Gradirei che non organizzaste in casa mia la cattura e l’esecuzione dell’unico figlio che mi resta.»
Tutti si voltarono: Remmy era sulla soglia. Si faceva vedere di rado. Quando lo faceva, non parlava con nessuno, neppure con Harry. Consumava i pasti in camera sua.
King si alzò dalla sedia. «Mi scusi, Remmy, non l’avevamo vista entrare.»
«Perché non dovrei? Questa è casa mia, e questa è la mia sala da pranzo, e anche quelle tazze dalle quali state bevendo sono mie, nel caso l’aveste dimenticato.»
King lanciò un’occhiata a Williams. «So che questa sistemazione è disagevole…»
«Per dirla educatamente» lo interruppe lei.
Williams disse: «Solo che facilita moltissimo le cose avervi tutti insieme nello stesso posto, Remmy».
«Oh, sono lieta che faciliti la vita a qualcuno. Certamente non a me.»
«Possiamo sistemarci in un hotel» propose Michelle, ma Remmy liquidò l’osservazione con un brusco cenno della mano.
«Che non si dica mai che mi sono sottratta ai miei doveri civici, anche se ciò significa perdere mio figlio.» Uscì dalla sala da pranzo con aria impettita.
Tutti si scambiarono delle occhiate nervose.
«È proprio una situazione impossibile per lei» disse Sylvia.
«Pensa che a qualcuno di noi piaccia?» ribatté Michelle. «Eddie è un pluriomicida. Remmy deve imparare ad accettarlo.»
King assunse un’espressione pensierosa mentre mescolava lo zucchero nel caffè. «A proposito di questo, spero che vi rendiate conto tutti quanti che le accuse contro Eddie non sono a prova di bomba.»
«Cosa diavolo stai dicendo?» protestò Williams. «Si è presentato a casa di Harry con un cappuccio nero in testa con il simbolo dello Zodiac, pronto a uccidervi tutti. E ora è evaso e per farlo ha ucciso un agente.»
«Esatto. Ma non sapendo che cos’è successo tra lui e l’agente, potrebbe essere invocata la legittima difesa o l’omicidio preterintenzionale. La porta della gabbia era aperta, e un avvocato difensore potrebbe obiettare che l’agente stesse tentando di accelerare il processo di giustizia, e che Eddie si sia solo difeso. Ora, io sono sicuro che è colpevole di tutti gli omicidi come se l’avessi visto mentre li commetteva. Ma non dovete convincere me: dovete convincere una giuria neutrale, composta forse di cittadini di un’altra parte dello stato, o perfino provenienti da un altro Stato. Allora dove sono le prove determinanti che ha commesso gli omicidi?»
Williams era ancora in collera. «Tutto ciò che hai spiegato tu. Il suo movente, il cifrario, Dorothea narcotizzata.»
«Quelle sono solo congetture e ipotesi, Todd» ribatté King con fermezza. «Ci occorre una prova fisica che lo colleghi inequivocabilmente ai delitti. Ce l’abbiamo?»
Sylvia prese la parola. «Se me l’avessi chiesto prima dell’assassinio di Jean Robinson probabilmente avrei risposto di no. Tuttavia sul pavimento vicino al letto della vittima ho trovato un pelo con la radice attaccata. Non so come sia finito là, ma il colore e la struttura mi hanno rivelato che non apparteneva a Jean Robinson né a suo marito. L’ho inviato in laboratorio con un campione del DNA di Eddie. Se corrisponderanno, l’avremo inchiodato, almeno per l’omicidio Robinson.»
«E se va tutto bene, le prove balistiche dimostreranno che le pallottole sparate verso la nostra auto quando Junior fu ucciso provenivano dal fucile di Eddie» precisò Michelle.
«Lasciate solo che me ne occupi io» disse Williams. «Avremo una confessione in men che non si dica.»
«Se lo catturiamo» osservò Michelle.
«Può restare nascosto per un po’, ma alla fine lo prenderemo» dichiarò il capo fiducioso.
«La persona che Eddie sta cercando» osservò King. «Quella è la chiave. Se la troviamo, troviamo Eddie.»
«Lo pensi davvero?» disse Bailey.
«No, non lo penso» rispose King. «Lo so. Eddie ha ancora un ultimo delitto da commettere. Uno solo. E dobbiamo precederlo.»