Intorno alle tre del pomeriggio, finalmente Eddie cominciò a riprendersi.
Williams, Bailey, King e Michelle si erano riuniti tutti nella sua camera d’ospedale. Eddie alzò gli occhi dal letto, pallido in volto, agitato e scarmigliato. Remmy era seduta accanto al figlio; gli stringeva forte una mano e gli passava sulla fronte una pezzuola bagnata. «Santo cielo, Eddie, non spaventarmi più così.»
«L’idea non è di certo stata mia» ribatté Eddie con voce molto affaticata.
«Che cosa ti ricordi di ieri sera?» domandò King.
«Io e Dorothea abbiamo cenato insieme, discutendo dei recenti avvertimenti. Nel pomeriggio ero stato a lungo nello studio del nostro avvocato.»
«Perché tua moglie non è venuta con te a parlare con il legale?» chiese bruscamente Michelle.
«Lo avrei voluto anch’io, ma lei non se l’è sentita. Per quanto possa sembrare pazzesco, penso che sia convinta che se fa finta di niente, tutto passerà. Comunque dopo cena mi sono ritirato nel mio studio, a schiarirmi le idee e distrarmi da tutti questi pensieri deprimenti.» Prima di proseguire Eddie guardò di sottecchi Michelle. «Più o meno intorno a mezzanotte sono rientrato in casa e sono salito in camera da letto per andare a coricarmi. Dorothea era ancora sveglia. Cioè, era molto sveglia, se capite cosa intendo» aggiunse, visibilmente imbarazzato.
Remmy sbuffò. «Mi sembra incredibile, date le circostanze. Ma ho rinunciato a cercare di capire tua moglie anni fa.»
«Andava anche a me e non solo a lei, è chiaro?» precisò Eddie in tono aspro a sua madre. Il suo sguardo, tuttavia, restò incollato su Michelle. «Immagino sia stata una sorta di mentalità da assedio al forte, diciamo. Ma ammetto che il momento era strano.»
«Che cos’è avvenuto dopo?» lo pungolò King.
«Mi sono addormentato. Cioè, credo di essermi in effetti addormentato. Perché, a parte questo, non ricordo nulla, e quando mi sono svegliato mi sono ritrovato qui all’ospedale. Che cosa diavolo è successo?»
«I dottori parlano di solfato di morfina, noto anche come MS Contin» rispose Williams. «Garantito per mettere al tappeto chiunque per otto o nove ore, o anche di più.»
«Ma perché?» domandò Eddie. «Cos’è capitato nel frattempo?»
King lanciò un’occhiata a Williams. «Non glielo hai ancora detto?»
«Dirmi cosa?» gli fece eco Eddie.
Williams lo fissò negli occhi. «Sally Wainwright è stata assassinata intorno alle cinque e mezzo di questa mattina.»
Eddie si tirò su a sedere così in fretta da strapparsi quasi l’ago della flebo. «Cosa?» gridò. «Sally?»
«Eddie!» strillò sua madre costringendolo a sdraiarsi ancora. «Ti farai male.»
Improvvisamente Eddie strabuzzò gli occhi e urlò di nuovo. «Dio santo! Dorothea! Sta bene?»
«Non le è successo niente» si affrettò a tranquillizzarlo Williams. «Sta assolutamente bene.»
«Per ora» borbottò Bailey.
Eddie si abbandonò di nuovo sui cuscini, ma afferrò sua madre per un braccio. «Qualcuno ha ucciso Sally nel sonno?»
King disse: «No, è stata uccisa nelle scuderie».
«Ma perché Sally?» domandò Eddie.
Williams guardò King, che spiegò: «Ci aveva informato di un dettaglio essenziale che scagionava completamente Junior dal furto con scasso avvenuto a casa di tua madre».
Ora fu la volta di Remmy di restare sbalordita. «Ero già arrivata alla conclusione che Junior non c’entrava affatto, ma com’è possibile che Sally ne avesse la prova?»
«È così, e per il momento non aggiungiamo altro» dichiarò Williams.
«Quello che vi ha detto accusava qualcun altro?» volle sapere Eddie.
«No» ammise King.
«Allora perché ucciderla?»
«Non so darti una risposta. Non conosco la risposta a un mucchio di interrogativi.»
Bailey prese la parola. «Ma quello che sappiamo di sicuro, Eddie, è che ieri sera sei stato drogato, e mentre eri incosciente qualcuno ha ucciso Sally. Una persona che conosceva i suoi orari e le sue abitudini quotidiane, e che sapeva che a quell’ora del mattino sarebbe stata nelle scuderie.»
Tutti rimasero a lungo in silenzio finché Eddie non esclamò: «State insinuando che mia moglie…».
Fu Williams a intervenire. «Io non sto insinuando niente. Confermo solo un dato di fatto. Però a questo punto Dorothea è sospettata.»
Eddie scosse il capo. «È una rispettabile donna d’affari.»
«Con problemi di tossicodipendenza e forse sospettata di omicidio» puntualizzò Remmy in tono tagliente.
«Taci, mamma!» urlò Eddie.
Questa reazione colse tutti alla sprovvista. Remmy lasciò andare lentamente la mano di suo figlio.
Eddie puntò un dito accusatore contro Williams. «Se pensate anche solo per un istante che Dorothea abbia narcotizzato me e poi ucciso Sally, state sprecando tempo prezioso mentre il vero assassino se la passa liscia.»
«È nostro dovere indagare su ogni possibile traccia» disse Bailey con calma.
«Comprese le più ridicole?»
«Sarà meglio che ti riposi un po’, Eddie» intervenne King in tono gentile. «Hai avuto una notte molto dura.»
«Bene, adesso vorrei chiedere a tutti di lasciarmi solo.»
Distolse lo sguardo senza salutarli e si coprì il volto con l’avambraccio.
Remmy si alzò dalla sedia e si avviò verso la porta. «Verrò più tardi a vedere come stai, figliolo.»
«Come ti pare» tagliò corto Eddie.
Remmy arrivò alla porta, poi si voltò verso Williams. «La sa una cosa? Ho l’impressione che non sia stato fatto un solo passo avanti nelle indagini e che si sia ancora al punto di partenza. Sono state uccise un mucchio di persone e non si è fatto alcun progresso.» Indirizzò a Bailey un’occhiata perfida. «Il discorso vale anche per l’illustre FBI. Mi chiedo per che diavolo pago le tasse.» E uscì dalla stanza.
Gli uomini la seguirono fuori.
Michelle indugiò un momento presso la porta e lanciò un’occhiata a Eddie dietro di sé. Era ancora immobile sul letto, con la faccia coperta. Se ne andò in silenzio.