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Quando Eddie Battle fu condotto sotto scorta al palazzo di Giustizia quel mattino a bordo di un convoglio speciale fornito dalla polizia e da agenti dell’FBI in uniforme, la folla dei cittadini di Wrightsburg e dei giornalisti era talmente imponente che il convoglio delle auto non riuscì a passare. Sollecitati dall’attenzione ricevuta dalla notizia a livello nazionale, in effetti sembrava che tutti gli abitanti di un’area comprendente almeno cinque Stati fossero venuti a vedere. E la gente nella calca aveva espressioni inferocite.

«Merda» tuonò Williams fissando la ressa incontenibile fuori dal parabrezza del furgone di testa. «Proprio come temevo. Abbiamo ricevuto minacce di morte per Eddie Battle fin da quando è trapelata la notizia della sua cattura.» Adocchiò la plebe inferocita. «Non c’è nemmeno modo di stabilire se qualcuno là fuori è armato di pistola.» Scrutò attentamente un folto gruppo di uomini dall’aria truce in piedi accanto a dei pickup con i cassoni pieni di materiale edile.

«Quella probabilmente è un’accozzaglia di vecchi amici e colleghi di Junior Deaver, e non hanno l’aria di essere venuti qui ad allungare pacche sulle spalle a Eddie.»

«Il palazzo di Giustizia non ha un’entrata sotterranea?» domandò Bailey, seduto sul sedile posteriore dietro a Williams.

«Credi che se esistesse non ci sarei già andato? Forse faremmo meglio a riportarlo in carcere e aspettare che si calmino le acque.»

«Che si calmino le acque! Non si calmeranno per mesi. Tanto vale farla finita subito, mentre disponiamo di un’imponente schiera di agenti.»

Williams studiò la folla ancora un po’, poi abbaiò nel suo walkie-talkie. «Okay, procediamo dritti al centro della strada. Andate a passo d’uomo: non voglio denunce per aver travolto qualcuno. Accosteremo proprio davanti all’entrata. Sgomberate e rendete sicura quella zona. Voglio un cordone di agenti antisommossa, capito? Poi apriremo le portiere e lo spingeremo dentro per la sua udienza preliminare. Ma prima che torni fuori, disperderemo questa dannata calca e faremo allontanare quei camion delle televisioni, dannazione.»

«E avrai un bel problema con il Primo emendamento, Todd» suggerì Bailey.

«Al diavolo il Primo emendamento! Devo mantenere vivo un prigioniero. Anche se è solo perché possano giustiziarlo.»

La zona fu sgombrata, il furgone accostò davanti all’entrata e Eddie Battle fu scortato all’interno mentre urla ed epiteti piovevano sugli agenti che lo circondavano, insieme a bottiglie, lattine, sassi e altri oggetti contundenti, ma fortunatamente nessun proiettile.

Gli avvocati della difesa accolsero il loro patrocinato fuori dall’aula. Si consultarono brevemente ed entrarono in aula, dove Eddie si dichiarò non colpevole. Il suo legale non chiese che venisse fissata una cauzione: una richiesta simile non sarebbe stata comunque presa in considerazione. I suoi avvocati potevano anche essere terrorizzati all’idea che un Eddie libero sarebbe andato a far loro visita in piena notte.

«Ci terremo in contatto» gli disse il suo legale principale, una donna alta e imponente con una brutta acconciatura.

«Sicuro» ribatté Eddie, con il suo corpo muscoloso che stava per scoppiare dalla tuta arancione della prigione di Stato. «Pensa di farmi ridurre la pena per buona condotta?»

Eddie e i suoi agenti di custodia si avviarono verso l’esterno, ma molto prima che giungessero all’uscita principale furono fermati da Williams e Bailey.

«Prevediamo guai di ordine pubblico davanti all’entrata» li informò Williams. «Dovremo risolverli prima di poterlo scortare fuori. Se la folla non si disperderà spontaneamente ho ordinato l’impiego di spray irritanti e di lacrimogeni.»

Eddie sorrise. «A quanto pare ho proprio appiccato un bell’incendio nella vecchia Wrightsburg, Todd.»

«Taci!» gli urlò in faccia Williams, ma la sua reazione non servì a cancellare il sorriso dalle labbra di Eddie. Anzi, si fece ancora più largo.

«Ehi, devi proteggermi, Todd. Non puoi lasciare che mi uccidano, altrimenti i media si scateneranno. Non puoi privarli dello show. Pensa agli indici di ascolto. Pensa ai soldi.»

«Taci, ho detto!» Williams si fece bellicosamente avanti, ma Bailey si interpose tra di loro.

«Sarebbe stupido, Todd, non ci pensare nemmeno.»

«Ehi, grazie, Chippy» lo canzonò Eddie. «Sei sempre stato un buon amico.»

Bailey si girò di scatto, portando la mano alla pistola.

Ora toccò a Williams fermarlo. «Okay, Chip, freghiamocene delle provocazioni.» E tuonò a due suoi agenti: «Rinchiudetelo nel gabbione degli imputati al secondo piano. Andremo a prelevarlo quando la ressa sarà sotto controllo».

«Buona fortuna» si voltò a gridar loro Eddie mentre gli agenti di custodia lo conducevano via. «Non deludetemi proprio adesso.»

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