32.

Tornò a casa e c’era un ragazzo.

– Ciao, Rebecca, disse.

– Ti ho detto di avvertirmi, quando torni qui. Ma senza nemmeno togliersi il cappotto lo baciò. Dopo, la notte, Rebecca gli disse che faceva un nuovo lavoro. Poso per un pittore, disse.

– Tu?

– Sì, io. Lui rise.

– Nuda, lei disse.

– Dai.

– Non è male come lavoro. Tutti i giorni, quattro ore al giorno.

– Che palle, chi te l’ha fatto fare?

– Soldi. Mi dà cinquemila sterline. La dobbiamo pagare, in qualche modo, questa casa. Ci pensi tu?

Il ragazzo faceva il fotografo, ma non sembrava esserci molta gente disposta a crederci. Così a tutto pensava Rebecca, l’affitto, le bollette, la roba in frigo. Lui ogni tanto spariva, poi tornava. Le sue cose erano lì. Rebecca era solita riassumere la situazione in termini molto elementari. Mi sono innamorata di uno stronzo, diceva.

Un paio di mesi prima, lui le aveva detto che un suo amico voleva farle delle fotografie. Combinarono di vedersi una sera, lì a casa sua. Bevvero molto e alla fine Rebecca si ritrovò nuda sul letto, con quell’amico che scattava. Non le importava. A un certo punto il suo ragazzo stronzo si era spogliato e le era andato vicino. Avevano iniziato a fare l’amore. L’amico intanto scattava. Poi, per qualche giorno, Rebecca non aveva più voluto vedere il suo ragazzo stronzo. Ma nemmeno allora aveva smesso di amarlo.

Lei sapeva, d’altronde, che il suo corpo l’avrebbe sempre destinata ad amori assurdi. Nessun uomo pensa di desiderare un corpo come quello. Ma l’esperienza aveva insegnato a Rebecca che molti invece lo desiderano ed è spesso il risultato di una qualche ferita che non vogliono ammettere. Spesso hanno paura del corpo femminile, senza saperlo. Alcune volle hanno bisogno di disprezzare per eccitarsi, e allora possedere quel corpo li fa sentire bene. Quasi sempre c’era una sorta di attesa di perversione in circolo, come se scegliere quella bellezza anomala comportasse necessariamente l’abbandono dei modi più semplici e rettilinei del desiderio. Così, a ventisette anni, Rebecca aveva già un mucchio di ricordi sbagliati, dove a stento avrebbe potuto ritrovare la dolcezza semplice di un momento pulito. Non le importava. Non c’era nulla che si potesse fare, a riguardo.

Perciò rimaneva con il suo ragazzo stronzo. Perciò non si era stupita quando Jasper Gwyn le aveva fatto quella proposta. Era esattamente il genere di cose che aveva imparato ad aspettarsi dalla vita.

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