Tornato a Londra, Jasper Gwyn trascorse i primi giorni a camminare per le strade della città in modo prolungato e ossessivo, con la deliziosa convinzione di essere diventato invisibile. Poiché aveva smesso di scrivere, in cuor suo aveva smesso di essere un personaggio pubblico – non c’era ragione che la gente lo notasse, adesso che era ridiventato uno qualunque. Prese a vestirsi senza cautela, e tornò a fare tante piccole cose senza il retropensiero di risultare presentabile nel caso in cui, improvvisamente, un lettore lo avesse riconosciuto. La posizione che assumeva al bancone del pub, ad esempio. Viaggiare in bus senza biglietto. Mangiare da solo al McDonald’s. Ogni tanto qualcuno lo riconosceva, e allora lui negava di essere chi era.
C’erano un sacco di altre cose di cui non si doveva più occupare. Era come uno di quei cavalli che, scosso il fantino, tornano indietro, svagati, al piccolo trotto, mentre gli altri sono ancora a farsi scoppiare il cuore inseguendo un traguardo e un qualsiasi ordine d’arrivo. La delizia di un simile stato d’animo era infinita. Quando gli accadeva di incrociare un articolo di giornale o una vetrina di libreria che gli ricordavano la rissa da cui si era appena ritirato, sentiva il cuore farsi leggero, e respirava un’infantile ebbrezza da sabato pomeriggio. Erano anni che non si sentiva così bene.
Anche per questo tardò un po’ a prendere le misure della sua nuova vita, prolungando quel personale clima da vacanza. L’idea, maturata durante il soggiorno in Spagna, era quella di tornare al mestiere che faceva prima di pubblicare romanzi. Non sarebbe stato difficile, e nemmeno sgradevole. Ci vedeva perfino una certa eleganza formale, una sorta di andamento strofico, da ballata. Niente però lo spingeva ad affrettare quel ritorno, giacché Jasper Gwyn viveva solo, non aveva famiglia, spendeva poco, e in definitiva per almeno un paio di anni avrebbe potuto tranquillamente campare senza neanche alzarsi al mattino. Così rimandò la cosa, e si dedicò a gesti casuali e a pratiche da tempo rimandate.
Buttò via i giornali vecchi. Prendeva treni per destinazioni vaghe.