Posò il borsone per terra e andò ad abbracciarlo. Non che gli volesse proprio bene, ma qualcosa del genere. Aveva sempre lo stesso odore, di polvere e caramelle all’anice.
– Non hai l’aria di essere venuta a comprare un libro, Rebecca.
– Infatti. Sono venuta a renderti questa giornata indimenticabile.
– Ahi.
– Doc, te lo ricordi Jasper Gwyn?
– Scherzi?
E già stava partendo con la sua bibliografia completa.
– Lascia perdere, è un’altra la cosa che volevo chiederti. Te la ricordi quella storia dei ritratti?
Mallory si mise a ridere.
– E chi non se la ricorda, da Tom non si parlava d’altro.
– Ne hai mai saputo qualcosa?
– Veramente eri tu quella che sapeva tutto.
– Sì, ma tu ne sapevi qualcosa?
– Poco. Si diceva che stesse diventando pazzo, dietro a quell’idea. Ma girava anche la voce che fosse arrivato a vendere i ritratti a centomila sterline l’uno.
– Magari, disse Rebecca.
– Vedi che sei tu quella che la sa lunga?
– Sì, ma non so tutto, mi manca un pezzo e solo tu mi puoi aiutare.
– Io?
Rebecca si chinò sul borsone, ne tirò fuori le cartelline, e le posò sul bancone.
Doc Mallory stava lavorando su certe fatture, quando lei era entrata, per cui era in maniche di camicia. Si girò, andò a prendere la giacca, se la infilò e tornò dietro al bancone.
– Sono loro?, chiese.
– Sì.
– Posso?
Girò le cartelline dalla sua parte, e si limitò ad appoggiarci le mani sopra, aperte, con delicatezza.
– Tom avrebbe dato un braccio per poterli leggere, disse con un velo di tristezza.
– E tu?
Mallory alzò lo sguardo su di lei.
– Lo sai, leggerli sarebbe un privilegio, per me.
– Allora fallo Doc, ho bisogno che tu lo faccia. Mallory stette un po’ in silenzio. Gli brillavano gli occhi.
– Perché?, chiese.
– Ho bisogno di sapere se li ha copiati.
– Copiati?
– Presi da altri libri, non so, qualcosa del genere.
– Ma figurati, non avrebbe senso.
– Molte cose non hanno senso quando hai a che fare con Jasper Gwyn.
Mallory sorrise. Sapeva che era vero.
– Tu li hai letti?, chiese.
– Più o meno.
– E ti sei fatta un’idea?
– No. Ma io non ho letto tutti i libri del mondo. Mallory scoppiò a ridere.
– Guarda che non li leggo tutti. Spesso li sfoglio, disse. Poi si avvicinò un po’ le cartelline.
– Secondo me sei matta.
– Togliamoci il dubbio. Leggili. Lui esitò ancora un attimo.
– Sarebbe un enorme piacere.
– E allora leggili.
– Va bene, li leggerò.
– No, no, non hai capito, tu li leggi adesso, poi te li scordi immediatamente e se solo ne parli a qualcuno vengo qui personalmente e ti strappo le palle.
Mallory la guardò. Rebecca sorrise.
– Stavo scherzando. -Ah.
– Ma neanche tanto.
Poi si tolse l’impermeabile, cercò una sedia dove andarsi a sistemare e disse a Mallory che si prendesse il tempo che gli serviva, avevano tutta la giornata per loro.
– Non è che hai qualcosa da farmi leggere, tanto per non annoiarmi?, chiese.
Mallory fece un vago gesto verso i suoi scaffali, senza neanche alzare lo sguardo dalle cartelline, ancora chiuse.
– Arrangiati, io ho da fare, disse.