62.

Posò il borsone per terra e andò ad abbracciarlo. Non che gli volesse proprio bene, ma qualcosa del genere. Aveva sempre lo stesso odore, di polvere e caramelle all’anice.

– Non hai l’aria di essere venuta a comprare un libro, Rebecca.

– Infatti. Sono venuta a renderti questa giornata indimenticabile.

– Ahi.

– Doc, te lo ricordi Jasper Gwyn?

– Scherzi?

E già stava partendo con la sua bibliografia completa.

– Lascia perdere, è un’altra la cosa che volevo chiederti. Te la ricordi quella storia dei ritratti?

Mallory si mise a ridere.

– E chi non se la ricorda, da Tom non si parlava d’altro.

– Ne hai mai saputo qualcosa?

– Veramente eri tu quella che sapeva tutto.

– Sì, ma tu ne sapevi qualcosa?

– Poco. Si diceva che stesse diventando pazzo, dietro a quell’idea. Ma girava anche la voce che fosse arrivato a vendere i ritratti a centomila sterline l’uno.

– Magari, disse Rebecca.

– Vedi che sei tu quella che la sa lunga?

– Sì, ma non so tutto, mi manca un pezzo e solo tu mi puoi aiutare.

– Io?

Rebecca si chinò sul borsone, ne tirò fuori le cartelline, e le posò sul bancone.

Doc Mallory stava lavorando su certe fatture, quando lei era entrata, per cui era in maniche di camicia. Si girò, andò a prendere la giacca, se la infilò e tornò dietro al bancone.

– Sono loro?, chiese.

– Sì.

– Posso?

Girò le cartelline dalla sua parte, e si limitò ad appoggiarci le mani sopra, aperte, con delicatezza.

– Tom avrebbe dato un braccio per poterli leggere, disse con un velo di tristezza.

– E tu?

Mallory alzò lo sguardo su di lei.

– Lo sai, leggerli sarebbe un privilegio, per me.

– Allora fallo Doc, ho bisogno che tu lo faccia. Mallory stette un po’ in silenzio. Gli brillavano gli occhi.

– Perché?, chiese.

– Ho bisogno di sapere se li ha copiati.

– Copiati?

– Presi da altri libri, non so, qualcosa del genere.

– Ma figurati, non avrebbe senso.

– Molte cose non hanno senso quando hai a che fare con Jasper Gwyn.

Mallory sorrise. Sapeva che era vero.

– Tu li hai letti?, chiese.

– Più o meno.

– E ti sei fatta un’idea?

– No. Ma io non ho letto tutti i libri del mondo. Mallory scoppiò a ridere.

– Guarda che non li leggo tutti. Spesso li sfoglio, disse. Poi si avvicinò un po’ le cartelline.

– Secondo me sei matta.

– Togliamoci il dubbio. Leggili. Lui esitò ancora un attimo.

– Sarebbe un enorme piacere.

– E allora leggili.

– Va bene, li leggerò.

– No, no, non hai capito, tu li leggi adesso, poi te li scordi immediatamente e se solo ne parli a qualcuno vengo qui personalmente e ti strappo le palle.

Mallory la guardò. Rebecca sorrise.

– Stavo scherzando. -Ah.

– Ma neanche tanto.

Poi si tolse l’impermeabile, cercò una sedia dove andarsi a sistemare e disse a Mallory che si prendesse il tempo che gli serviva, avevano tutta la giornata per loro.

– Non è che hai qualcosa da farmi leggere, tanto per non annoiarmi?, chiese.

Mallory fece un vago gesto verso i suoi scaffali, senza neanche alzare lo sguardo dalle cartelline, ancora chiuse.

– Arrangiati, io ho da fare, disse.

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