Il primo ritratto Jasper Gwyn lo fece a un uomo di sessantatré anni che per tutta la vita aveva venduto orologi d’antiquariato. Si era sposato tre volte, e nell’ultima aveva pensato bene di risposare la prima moglie. Le aveva solo chiesto di non parlarne mai più. Adesso aveva smesso di vendere pendole e cipolle d’argento e girava con un Casio multifunzione comprato da un pakistano, per strada. Viveva a Brighton, aveva tre figli. Camminava tutto il tempo, nello studio, e neanche per una volta, in trentaquattro giorni di permanenza nella nube sonora di David Barber, usò il letto. Quando era stanco si sistemava in poltrona. Capitava spesso che iniziasse a parlare, ma sottovoce, tra sé e sé. Una delle poche frasi che Jasper Gwyn finì per comprendere, senza peraltro volerlo, diceva così: “Se non ci credi hai solo da andare a chiederglielo”. Al dodicesimo giorno chiese se poteva fumare, ma poi capì che non era il caso. Jasper Gwyn lo vide cambiare, nel tempo, diverso il modo di portare le spalle, e le mani più libere, come se qualcuno gliele avesse restituite. Quando fu il giorno giusto per parlare, lo fece con precisione e piacere, seduto per terra di fianco a Jasper Gwyn, le mani posate con pudore ben dissimulato sul sesso. Non lo stupirono le domande, e a quella più difficile rispose dopo aver riflettuto a lungo, ma anche come se per anni si fosse preparato le parole giuste: Quando ero piccolo e mia madre usciva elegante, bellissima, la sera, disse. Quando caricavo gli orologi, al mattino, nel mio negozio, e ogni volta che son andato a dormire, ogni santissima volta.
L’ultima lampadina si spense che lui era sdraiato per terra, e nel buio Jasper Gwyn, con un certo fastidio, lo sentì piangere in un modo molto dignitoso, ma senza pudore. Gli si avvicinò e gli disse Grazie Mr Trawley. Poi lo aiutò ad alzarsi. Mr Trawley si appoggiò al suo braccio e poi con una mano cercò il volto di Jasper Gwyn. Forse aveva in mente una carezza, ne venne fuori un abbraccio, e per la prima volta Jasper Gwyn sentì la pelle di un uomo contro la sua.
Mr Trawley ebbe il suo ritratto in cambio di quindicimila sterline e di una dichiarazione in cui si impegnava al più assoluto riserbo, pena pesantissime sanzioni pecuniarie. A casa, mentre la moglie era fuori, spense tutte le luci tranne una, aprì la cartellina e lesse adagio i sei fogli che Jasper Gwyn aveva preparato per lui. Il giorno dopo spedì una lettera in cui ringraziava e si dichiarava pienamente soddisfatto. L’ultima riga diceva: “Non riesco a non pensare che se tutto questo fosse accaduto molti anni fa io sarei oggi un uomo differente e, per molti aspetti, migliore”. Sentitamente suo, Mr Andrew Trawley.