66.

Poi avrebbe potuto fare molte cose, e una di sicuro: scoprire dove si era nascosto Jasper Gwyn. Non sarebbe stato difficile risalire a lui passando dall’editore della Rode, o da quello di Tre volte all’alba. Figuriamoci se in cambio del silenzio non le avrebbero dato un indirizzo, o qualcosa.

Tuttavia, per diversi giorni visse la sua vita normale, solo permettendosi di quando in quando qualche pensiero clandestino. Ogni tanto si perdeva a immaginare la scena di lei che arrivava in qualche assurdo posto, e si sedeva davanti a una casa, ad aspettare. Si immaginava di non tornare mai più. Più volte si scrisse e riscrisse in mente una breve lettera, che pensava scritta a mano, con grafia elegante. Le sarebbe piaciuto che lui sapesse che lei sapeva, nient’altro. E che n’era deliziata. Ogni tanto pensava a Doc, e a come sarebbe stato bello raccontargli tutto. O a come sarebbe stato bello raccontare tutto a chiunque, e un sacco di volte.

Mentre intanto viveva la vita di tutti i giorni.

Quando sentì che era il momento, tra tutte le cose che avrebbe potuto fare ne scelse una, la più piccola – l’ultima.

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