Giovedì, alle sei e mezzo del pomeriggio, dopo aver dedicato altro tempo infruttuoso al caso Eggermann, Stu si alzò per andarsene. Petra era in bagno. Forse avrebbe dovuto aspettare che tornasse per salutarla.
L’indomani avrebbe consultato i vecchi numeri di TV Guide. Ne avrebbe trovata una raccolta in qualsiasi biblioteca di dimensioni discrete. Ne avrebbe cercata una nei pressi dell’ospedale.
Chiuse la scrivania a chiave, cercò di scacciare dalla mente la Paura. Margini pericolosi intorno al tumore. Linfonodi pieni di cancro.
Quando era con lei, tutto ottimismo. Lei gli aveva fatto sapere fin dal principio che lo voleva così.
Dobbiamo fare come se fosse tutto normale per loro, tesoro.
I figli prima di tutto. Era d’accordo, la famiglia era al primo posto, ma che genere di famiglia ci sarebbe stata domani?
La mamma entra in ospedale per un piccolo controllo, ragazzi. Solo un paio di giorni, andrà tutto bene.
Lei non aveva versato una lacrima, da quando era insorto il problema aveva vissuto ogni giorno della loro vita come sempre in passato: trasportando i figli propri e quelli dei vicini in macchina, cucinando, svolgendo le sue attività di volontariato in parrocchia. E facendo anche l’amore. Stu era restio, ma lei aveva insistito e lui non aveva voluto che lei si sentisse messa da parte.
A diciannove anni era stata reginetta dell’Hoover High, Miss Glendale l’anno successivo, poi fidanzata dell’università all’Occidental, laureata in storia.
Solo un tumore, gli aveva assicurato Drizak, relativamente piccolo. I dati genetici non erano tutti negativi: la madre di Kathy era perfettamente sana, però c’era una zia morta di cancro alla mammella.
Nell’insieme una prognosi accettabile, aveva affermato Drizak. Ma Stu era figlio di un medico, sapeva quanto fosse imprecisa la medicina.
Le brutte sorprese, gli aveva confidato più di una volta suo padre, sono un aspetto quotidiano della vita di un chirurgo. Ecco perché dobbiamo avere tutti fede nel Signore.
Stu avrebbe dato chissà che cosa per avere fede e in quegli ultimi giorni aveva pregato con la passione di un missionario. Dentro era vuoto come un ateo.
Tutti quei ti prego, Dio; caro Gesù. Che diritto aveva di inoltrare petizioni?
Per l’amore dei figli. Sempre i figli.
Una mano sulla spalla lo fece trasalire.
«Scusa», disse Petra.
«Pensavo di battermela.»
La mano rimase sulla sua spalla. «Senti, se c’è niente che posso fare…»
«Grazie, ma è tutto a posto, Petra. Sono sicuro che andrà tutto per il meglio.»
«A che ora è?»
«Alle sei di domani mattina.»
«Non c’è bisogno che ti precipiti in ufficio», gli disse. «Ci penseremo io e Wil.»
«Va bene», rispose lui, chiedendosi se avrebbe cercato di abbracciarlo di nuovo. Sperava di no. Non lì, davanti ai colleghi.
«Che progetti hai?» le domandò.
«Farò un salto da Ramsey a parlare con quelli del servizio di sorveglianza e a vedere se c’è un’altra uscita da RanchHaven.»
«Buona idea», annuì lui. Petra gli aveva fatto notare che era stata una negligenza non interrogare subito il guardiano in servizio notturno e lui ne era rimasto costernato… Che cosa avrebbe fatto senza Kathy?
Si complimentò con Petra per come stava lavorando bene.
Cammina a passo sicuro, un piede davanti all’altro. Ma aveva le ginocchia deboli e la sensazione che qualcuno lo prendesse a spintoni.