Bella casetta. Una luce accesa in soggiorno, ma fioca. La Lincoln parcheggiata dietro.
Dunque il vecchio era a casa con il bambino. Sposato? Zhukanov non aveva parlato di una moglie, ma non faceva testo, il vecchio poteva essere andato al tempio lasciandola a casa. Forse non stava bene.
Piano.
Nel complesso la via pedonale era probabilmente un vantaggio. Niente veicoli dietro i quali nascondersi, ma nemmeno l’intralcio del traffico. Non un pedone durante la mezz’ora in cui sorvegliò la casa da tre postazioni diverse.
Provò di nuovo il vicolo, dove le suole di gomma obliteravano il rumore dei suoi passi. Scarpe da corsa nuove. Ci aveva camminato abbastanza da essere sicuro che non cigolassero.
Via il travestimento da poliziotto, ora sostituito con una tuta nera e giacca a vento nera con tasche. Il furgone che aveva noleggiato vicino all’aeroporto da uno che sapeva farsi gli affari suoi era un camerino perfetto. Aveva pagato in contanti, non aveva mostrato documenti, aveva lasciato cinquecento dollari di garanzia. Cinquecento che non avrebbe più rivisto. Ne valeva la pena. Il furgone era parcheggiato a quattro isolati, a est della Main, in una via residenziale.
Piacevole camminata a Sunrise Court; l’aria che giungeva dalla spiaggia aveva un odore frizzante, tonificante. Non era mai vissuto sulla costa. Forse un giorno…
Da dietro vedeva la cucina illuminata. Le 10.38. C’era qualcuno in piedi o la luce era accesa per ragioni di sicurezza? Più facile la seconda ipotesi, non aveva notato alcun movimento.
Perché il vecchio aveva preso in casa il ragazzo? Erano parenti? Dal ritratto il bambino non aveva l’aria di essere ebreo, ma non si può mai sapere. No, se stavano giocando in famiglia, non avrebbero spinto il ragazzino a incassare la ricompensa? Un buon samaritano? Un sincero timorato di Dio? Che dava ospitalità al bambino nel tempio? Gli ebrei erano gente che credeva in quel genere di cose? Non ne aveva idea. Tornò dall’altra parte, si nascose dietro un cespuglio, continuò a sorvegliare la casa.
Come doveva agire?
Il solo sistema era un blitz. Un’irruzione. Una tecnica che si andava diffondendo tra le bande, specialmente tra asiatici. In un posticino così piccolo, quante stanze potevano esserci?
Un coltello sarebbe stata l’arma più adatta perché non faceva rumore, ma correre da una stanza all’altra menando colpi era rischioso; anche se la preda era debole, c’era il pericolo concreto di una fuga.
L’alternativa era la pistola, ma così avrebbe fatto rumore. Venice era una zona ad alto tasso di criminalità, aveva sentito delle bande che imperversavano sull’Ocean Front, aveva individuato tipi da gang durante il suo lungo appostamento. Dunque gli abitanti erano probabilmente abituati a sentire colpi d’arma da fuoco di notte, ma considerata una via come quella, le case così vicine l’una all’altra, dover fare irruzione, chiudere la bocca al ragazzo, far scomparire la pistola, tornare sano e salvo al furgone…
Rischioso.
Ma stimolante, doveva ammetterlo. Il rischio era parte del divertimento. Il rischio e la semplice capacità di farlo.
Una fulminea operazione da commando: coltello da una parte, pistola dall’altra. Se c’erano solo il bambino e il vecchio e li avesse trovati insieme, il coltello sarebbe bastato. Dunque avrebbe cominciato con il coltello, ma con la pistola pronta in caso di complicazioni.
Una cosa aveva deciso senza ripensamenti: entrata da dietro. Ha-ha.
Un altro vantaggio della via pedonale: tutti parcheggiavano dietro, quindi nessuno avrebbe trovato niente di strano nel vedere qualcuno che percorreva a piedi il vicolo. Se lo avessero scorto, avrebbe finto di tornare tranquillo e beato alla sua automobile, facendo tintinnare le chiavi mentre camminava. Si augurava che nessuno trovasse minaccioso il suo aspetto solo perché era vestito di nero.
Gli dolevano le ginocchia. Era rimasto accovacciato troppo a lungo. Le pasticche di Perconal non funzionavano più. Lisa sosteneva che la coca era un ottimo anestetico; una volta i dentisti te la sfregavano sulle gengive. Aveva sempre voluto che lui la provasse. Se ne andasse al diavolo. Lui gliela comperava, gliela infilava su per quel bel nasino, cercava di ricavare qualche forma di soddisfazione dal suo corpo quando era fatta, ma lui no, nemmeno a parlarne.
Lui non abbassava la guardia.
Attese. Niente. Va bene, torniamo dall’altra parte, è l’ora dell’attacco.
Stava per muoversi quando si aprì la porta dell’ingresso e uscì qualcuno.
In veranda, a guardarsi intorno.
Il bambino!
Perfetto! Pochi passi per attraversare il marciapiede. Lo afferra, gli taglia la gola, via come il vento… Dio come sei buono!
Ma quando stava per lanciarsi, il bambino scappò dentro.
Impaurito?
Di ben donde, figliolo.